Buongiorno e buon martedì a tutti!
Oggi affrontiamo la disamina di un errore, un bias cognitivo, di cui ci parla la finanza comportamentale, e su cui mi piacerebbe ragionare insieme a voi. Sto parlando dell’home bias.
Che cos’è l’home bias?
L’home bias è nient’altro che quell’errore di sguardo per cui si tendono a privilegiare investimenti “vicini” a noi, che sia per area geografica o perché siamo mossi da motivazioni affettive.
In entrambi i casi, la ragione per cui lo facciamo è una: il senso di sicurezza che ci dà ciò che abbiamo più vicino.
Il passaggio dalla vicinanza alla sensazione di conoscere bene ci viene infatti spontaneo: è così che c’è chi investe in azioni dell’azienda in cui lavora non perché ne abbia verificato bilanci e prospettive, ma poiché lo stesso fatto di lavorarci dà la sensazione di saperne a sufficienza per fidarsi.
Ma la vicinanza equivale davvero ad una maggiore conoscenza?
Eppure, siamo proprio sicuri che ciò che abbiamo più vicino sia davvero più sicuro, più conosciuto rispetto a ciò che è più lontano, che sia geograficamente o dal cuore?
Non è che sia un errore di sguardo, che confonde ciò che è vicino con ciò che è meglio per noi, o che in generale, in virtù della sua vicinanza, diventa di per sé migliore e persino più controllabile?
Se ci pensate, la stessa cosa può avvenire in tanti campi della nostra vita, in modi e con esperienze diverse:
- può succedere a chi sceglie di fare lo stesso lavoro dei propri genitori, pur sapendo di avere aspirazioni e abilità diverse;
- capita quando cogliamo al volo un’opportunità da qualcuno che conosciamo, senza riflettere troppo sul fatto che sia adatta a noi o meno;
- succede quando, da liberi professionisti, facciamo scelte dettate da ciò che ci sembra già di conoscere, rispetto ad un ignoto che ci fa paura.
Ancora più alla base, non c’è forse la paura dello sconosciuto, del lontano, di ciò che ipotizziamo diverso da ciò che sperimentiamo normalmente?
Spero di avervi lasciato con la mente più piena di domande che di risposte :).
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Suggerimento di lettura: “L’educazione” di Tara Westover, che parla in ultima analisi della difficoltà di dare a noi stessi il permesso di allontanarci da ciò che ci è più vicino, anche quando ci fa male, anche quando ci ostacola nella vita che vogliamo davvero.
La foto proviene da Unsplash.
Ultima modifica il 28/11/2019