Buongiorno!
Magari appartieni anche tu a quel gruppo di lettori e lettrici che già amano l’horror e il perturbante, anche se non ti manca la voglia di scavare più a fondo nei motivi che ti attraggono.
O magari ami leggere, ma provi timore al pensiero di addentrarti in storie perturbanti perché pensi che abbiano poco da dirti.
In quest’articolo troverai tre motivi per continuare a leggere storie del perturbante, o iniziare a farlo.
1. Perché il perturbante toglie il velo dalle cose
Sovvertire l’ordine naturale delle cose significa aprirsi alla meraviglia dell’inaspettato.
C’è una magia che può prenderti se presti l’orecchio alla malìa e al canto del mistero.
E c’è una ferocia e una verità, che scopri nelle cose e che c’è sempre stata, quando posi lo sguardo sull’orrore, sull’occulto, sul perturbante.
Potresti scoprire una dimensione di storie profondamente tua senza averlo mai per nulla sospettato.
Per ritrovarti, anche da lettore o da lettrice, un po’ come Dario Argento che capisce, da sceneggiatore alle prime armi, che il metodo giusto per accostarsi ad una materia come le storie non passa certo solo da programmazione e volontà. Bisogna catturare l’ispirazione anche quando si legge:
“[…] non puoi prendere subito di petto la storia che vuoi raccontare, devi pedinarla, spiarla, avvicinarti per gradi. Una cosa a metà strada tra il corteggiamento e la persecuzione.”
(tratto da “Paura”, Dario Argento)
2. Perché sussurra ad una nostra parte nascosta
Se c’è una cosa che mi spaventa, è pensare a chi ha tante, troppe regole. A chi storce il naso davanti a cose per me vitali, a chi vive senza mettere in discussione la propria opinione.
Anche per questo ho sempre amato libri e film in cui ci sono poche risposte e tante domande.
Così come ho sempre amato libri e film che danno una sferzata all’ovvio, con personaggi complessi al centro, a volte veri e propri outsider.
Ho sempre amato chi non giudica ma cerca nuovi modi e strumenti per comprendere: quelli che può darci anche l’horror.
Credo che nella nostra società ci sia un gran bisogno di esplorare tutto ciò che è difforme da noi, che non ci rispecchia – almeno all’apparenza.
L’horror e il perturbante possono assumere una portata simbolica ed allegorica nel portarci davanti agli occhi un mondo che è diverso, ma ad un occhio attento scopriamo essere il nostro.
L’horror sussurra ad una parte nascosta di noi, che a volte ha bisogno di sfogare i propri timori, per mantenersi sana e lo fa incantandoci, tenendoci avvinti.
L’horror è per me tutto questo e quando incontra personaggi che, al contatto con il perturbante, scoprono nuovi modi di essere, diventa un’esplosione che nessuno può fermare e che travolge ogni cosa conosciuta.
“Siamo fermi, come aveva presagito anche Ray Bradbury alla metà del secolo scorso, in Farenheit 451, e ci illudiamo di essere in movimento. Siamo fermi nel rancore, meravigliosamente autoconsolatorio laddove ci rassicura che no, non siamo noi a sbagliare […] .
Siamo tutti soli, diceva molto tempo fa Stephen King, e magari i contatti umani sono un’illusione, ma i sentimenti degli umani sono, diceva ancora, uno sforzo per realizzare un contatto, per collegare e integrare, e illuderci benevolmente che il fardello della mortalità sia più leggero.
Questo fa in effetti il fantastico, e l’horror in particolare, cambiando gli spunti e lasciando immutati gli archetipi.”
(citazione tratta da “Danza macabra. Un ballo nel fantastico sui passi di Stephen King”, di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini, Bompiani, 2021, pag.19)
3. Perché ti risveglia
A volte ci sentiamo addosso una svogliatezza, percepiamo le cose come se vedessimo tutto da lontano, attraverso un velo.
Perché non abbiamo tempo, perché sentiamo che le cose da fare ci sommergono, perché ci sono capitati dolori che ci han tolto le energie, perché avremmo bisogno di una vacanza.
Tra i libri che più mi hanno dato una scrollata, nella vita, posso senz’altro annoverare quelli dell’horror e del perturbante.
È come imbattersi in un’esperienza che ti risveglia.
E ti accorgi di nuovo del tuo essere al mondo, perché avverti lo scarto rispetto ad un altrove.
Magari trovi confronto ad un tuo assillo di quel momento ed un pungolo esterno ti mostra dove sei, in quale parte del mondo ti trovi e quali conseguenze ha questo sulle possibilità che incontri ogni giorno.
“Cresciamo, e abbiamo ancora bisogno di mostri e brividi per renderci conto di essere vivi, non è vero?”
(citazione tratta dal mio libro “Non aprite quel libro! Un saggio sull’horror e sul perché ci piace provare paura”, Las Vegas edizioni, 2023, pag. 24)