Buongiorno!
Di recente ho avuto più di una conversazione che mi ha fatto riflettere sul mio modo di spingere una lettrice o un lettore adulto a riprendere in mano l’amore per i libri, così come sulle componenti di diverse discipline che inserisco nei miei percorsi a questo scopo.
Seguitemi :).
Leggere da adulti
Ieri una professionista, cliente ed amica con cui chiacchieravo via messaggio mi ha scritto di essere tornata col pensiero alle sue letture di ragazza.
Allora, aveva meno responsabilità addosso e la lettura era in modo più naturale un’esperienza immersiva.
E allora io ho unito dei puntini partiti da percorsi individuali avviati di recente, in cui ci si è trovati insieme a interrogarsi sullo spazio da poter ritagliare per la lettura, da adulti.
I destinatari ideali del mio lavoro, quelli che mi capita di incontrare spesso sono proprio coloro che sono stati grandi lettori, da piccoli.
Conoscono già quella fiammella di passione perché l’hanno sentita addosso, magari tanti anni fa.
E mi è tornato in mente quando, all’inizio del mio nuovo lavoro, qualcuno mi diceva che esistono molte realtà di promozione della lettura per bambini e ragazzi, che sono nel periodo di vita giusto per far nascere quell’amore.
Quanti nutrono ancora una speranza per gli adulti lettori?
Dai dati sconfortanti sulla lettura in Italia, ai discorsi sulle nostre vite pienissime in cui non ci sarebbe spazio per un’attività che richiede tempo, silenzio, ancora tempo per far fiorire germogli: chi sarebbe così pazzo da pensare che ci sia chi ha voglia di riscoprire la lettura, da adulto?
Io, e con me tante altre persone, là fuori :).
E da qui, mi sono interrogata su quali siano le componenti dei miei percorsi che li rendono adatti agli adulti che vogliano riacciuffare quel piccolo lettore, quella piccola lettrice che è ancora in noi.
Libroterapia umanistica
La libroterapia umanistica mi ha dato un metodo per favorire l’introspezione attraverso la lettura di un romanzo, aiutando a leggersi dentro per ciò che quella storia fa risuonare in noi.
Tanto nei percorsi individuali quanto in quelli di gruppo, ci si immerge grazie al tramite di una storia in cui non siamo immediatamente coinvolti in prima persona.
Questo facilita anche la discussione tra me e l’altro o tra me e il gruppo: è più facile scavare, aprirci, scoprire e rivelarci quando abbiamo un personaggio che si frappone fra gli altri e il nostro mondo interiore.
Possiamo dire ciò che pensiamo e sentiamo senza sentirci così vulnerabili o esposti.
Filosofia
La filosofia fa sì che nei percorsi discutiamo e andiamo in cerca della nostra personale verità, senza pretendere che sia assoluta, contaminandoci con quella di chi abbiamo intorno.
Tra le altre cose, ha fatto sì che portassi il concetto di laboratorio emotivo nei percorsi, tratto dal saggio La biblioteca delle emozioni.
Nei libri non troviamo semplici esperimenti mentali, ma anche il calore di un’emozione da provare, allenare, guardare attraverso le pagine per superarne la paura.
Riflessione sugli elementi delle storie
L’apprendistato in editing è stato per me anche lo strumento per imparare a leggere professionalmente.
Cerco di portare nei percorsi, per i miei lettori adulti e le mie lettrici adulte affamate di storie, la riflessione sul perché per una storia sia stato scelto proprio quel genere, per narrarla.
Smontiamo le storie per capire quelle che ci piacciono di più, per andare là fuori in cerca del romanzo giusto per noi e allontanare la noia di ciò che non parla a noi.
Promozione della lettura
Anche da adulti e per gli adulti si può promuovere la lettura, facendo conoscere autori, romanzi, generi, case editrici per ampliare il più possibile l’insieme di storie a cui possiamo attingere, da lettori.
Mi viene detto a volte da qualcuno nei percorsi che non avrebbe mai letto quel libro, senza la bibliografia in cui l’ho inserito.
Perché magari non sappiamo che in una graphic novel c’è una storia che può incuriosirci o in un horror dei sentimenti che sentiamo vicini.
Non lo sappiamo, prima di allora, solo perché non ci siamo mai entrati in contatto.
Ogni componente dei miei percorsi, messa insieme alle altre, ha fatto sì che mi avviassi su una mia personale strada e che la proponessi a chi arriva qui.
Come per ogni lettore appassionato, occuparsi di storie da ognuno di questi punti di vista mi ha messo in contatto con alcune mie paure:
- la paura di cadere dentro me stessa (libroterapia umanistica)
- la paura di continuare a chiedermi il perché senza più trovare un pensiero mio a cui potermi fermare (filosofia)
- la paura di smontare le storie senza saperne più godere (riflessione sugli elementi delle storie)
- la paura di essere sommersa da troppi libri da leggere e di risolvere tutto in nuove scoperte fermandomi lì (promozione della lettura)
È che da tutte queste paure, messe insieme con le componenti che ho scelto, nasce qualcosa di buono.
Perché si scacciano a vicenda e mi permettono di scegliere il cappello giusto da indossare.
È la strada che finora ho trovato, per formarmi una cassetta degli attrezzi a cui attingere per riaggiustare il cuore del lettore o della lettrice che ho davanti, facendo sì che il meccanismo non si inceppi più ma riprenda a girare, ricominciando a riconoscere quando la storia è quella giusta.