Buongiorno e buon lunedì a tutti!
Oggi, per le Interviste per ampliare gli orizzonti, parliamo con una delle mie prime conoscenze sul mondo dei social: ci siamo sempre tenute in contatto in questi anni grazie alle tantissime caratteristiche in comune e ad un’affinità di base, nel modo di intendere il lavoro e la nostra comunicazione.
Sono stata più volte sua soddisfattissima cliente, e ammiro con tutto il cuore la sua grinta, la sua energia, la cura che mette in ogni cosa che fa e che traspare alla grande, per cui spesso le scrivo per farle i complimenti.
Vi presento Letizia Fani di MaMaglia – Creazioni artigianali!
Raccontaci un po’ di te, Letizia!
Ciao Chiara!
Intanto ti ripeto quello che ti ho già detto personalmente: è davvero un onore e un piacere essere ospite del tuo blog, parte integrante del tuo progetto. Sai quanto ti stimo, sia come persona che come professionista.
Tu mi conosci già, ma mi presento in due righe per i tuoi lettori.
Sono Letizia, 38 anni, toscana; e sono il braccio, il cuore e la mente dietro un piccolo marchio di accessori fatti a mano che si chiama MaMaglia Creazioni Artigianali.
Provengo da un settore completamente diverso da quello del lavoro manuale. Ho studiato lingue e per anni ho lavorato in ufficio occupandomi di commercio estero. Nel 2016 l’azienda per cui lavoravo ha chiuso e mi sono ritrovata con tempo a disposizione e tanta voglia di fare. Ecco che una passione, quella della maglia al telaio, è piano piano diventata un lavoro.
I miei valori sono quelli dell’ecologia, della sostenibilità e del lavoro etico, che si rispecchiano nei miei prodotti, realizzati con materiali biologici e rigenerati.
Parliamo di lavoro etico: quanto è difficile dare la giusta percezione al cliente di ciò che sta comprando?
Lavoro etico… ecco un bel concetto. Quando si parla di artigianato il primo scoglio da superare è quello di far arrivare il valore di ciò che stiamo vendendo.
Valore in termini di qualità e di conseguenza valore economico.
Purtroppo c’è ancora chi tende a paragonare il prezzo di un articolo fatto a mano con quello acquistato in un grande magazzino, senza pensare a cosa c’è dietro a quei pochi euro richiesti.
Vorrei fare una domanda ai tuoi lettori: quando pagate 5 Euro una sciarpa di lana al centro commerciale, avete mai pensato a chi non viene pagato, nel processo di lavorazione-produzione-vendita?
Il commesso che vi sta facendo lo scontrino riceve certamente lo stipendio. Di sicuro non alto e non commisurato alla mole del suo lavoro, ma comunque ha una busta paga con salario e contributi.
I fornitori, statene certi, hanno i loro pagamenti per i materiali.
I lavoratori del sud est asiatico, in larga maggioranza donne e bambini, che piegati sulle macchine da cucire lavorano per ore senza potersi alzare, probabilmente no.
E allora ecco che un oggetto prodotto eticamente, da chi lavora senza costrinzioni e in condizioni dignitose, e con passione, acquista un valore che non ha nessun senso mettere a confronto.
Purtroppo, trovo questo atteggiamento di difficoltà nel riuscire a trasmettere l’importanza del proprio mestiere, anche in molti colleghi.
Colleghe, ancora più spesso.
È un atteggiamento che noto spesso anche io, ma di cui tu puoi parlarci meglio, visti i contatti assidui con professionisti del tuo settore!
Sembra quasi che noi donne proviamo vergogna nell’ammettere l’ovvio: e cioè lavoriamo sperando di guadagnare. Eppure non sai quante volte quando partecipo a fiere ed eventi c’è chi dice arrossendo che ha esposto perché si diverte a fare i mercati, ma non perché ha bisogno di denaro.
Anche a me piace il contatto diretto con i clienti, ma ovviamente riesco ad immaginare situazioni molto più spassose che alzarsi prestissimo la mattina e stare in piedi per ore!
Lavoriamo tutti per soldi, e non c’è niente di male.
Il denaro, a mio avviso, non è dignitoso quando è frutto dell’illegalità, delle ruberie, e delle truffe. Il guadagno frutto di impegno, serietà e dedizione, è invece la giusta ricompensa di chi si prende responsabilità, oneri e onori del lavoro.
Personalmente, la più grande fatica del lavorare in proprio, è riuscire regolare i piatti della bilancia tra i momenti di incassi “importanti” e quelli in cui si vende meno. Sono periodi fisiologici, lo capisco, la mia è una famiglia che ha sempre avuto negozi e lavorato in proprio quindi so bene che non si si può esaltare troppo quando le casse sono piene né demoralizzarsi se un mese le entrate sono minori.
In un’attività come la mia ci sono inevitabilmente gli alti e bassi delle stagioni, il Natale che va fortissimo e Agosto che invece arranca.
Ma anche se ne sono perfettamente cosciente… per indole tenderei a lasciarmi andare a spese folli nei momenti buoni, per poi rimpiangerle.
Certo, qualche sfizio, se si può, è importante toglierselo, ma senza mai perdere di vista il quadro generale.
Una buona gestione del risparmio è fondamentale per me, sia nell’ottica del futuro personale che in quella dell’attività.
Perché un altro aspetto da non sottovalutare, quando si è artigiani o anche liberi professionisti, è ovviamente quella degli investimenti che riguardano l’impresa vera e propria. Nel mio caso materiali, imballaggi, tutto ciò che riguarda la promozione e la la partecipazione agli eventi. Ma c’è anche la formazione e la ricerca.
Vista l’esperienza maturata nella tua attività, che consiglio daresti, in ottica di consapevolezza, a chi dovesse iniziare ora?
Se potessi dare qualche consiglio a un’amica che vuole iniziare a lavorare come artigiana io direi questo:
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Stai facendo quello che ami, ma non per questo devi lavorare “per la gloria”. Hobby è cucire una tutina per tuo figlio. Se invece la cuci per venderla, devi pensare come un imprenditore.
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Quindi mettiti alla scrivania, comincia a considerare i tuoi costi per produrre quell’oggetto, le ore che gli dedicherai, il valore di quel tempo, i soldi di cui hai bisogno per tutte le altre attività collaterali e quelli per un tuo personale guadagno. A questo punto puoi fare il prezzo.
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Quando percepisci un guadagno pensa che dovrai anche investire per altre produzioni e accantonare qualcosa per quando gli incassi saranno inferiori. Quindi, purtroppo, non puoi spenderlo tutto per andare in ferie.
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Se un mercatino va male o non vendi quasi niente per un mese, non abbatterti, succede, e di certo non sei tu ad essere sbagliata. Pensa piuttosto a come potresti fare una migliore promozione o come sfruttare i periodi più calmi per imparare qualcosa di nuovo, per migliorare la tua tecnica o fare delle modifiche ai tuoi articoli.
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Per divertirsi si va al centro benessere o a fare una passeggiata in montagna, non si mette su un banco alla fiera o si apre un negozio on line. Quindi non pensare mai di svendere o regalare i tuoi prodotti.
Lo so, fare il prezzo di un articolo artigianale è una mansione non da poco, perché quel numero sul cartellino deve tenere conto di tutto quanto abbiamo detto finora, più quella piccola ma costante quota di risparmio che, quando possibile, è necessario accantonare per garantirsi una piccola parte di tranquillità nel futuro, per noi e per i nostri cari.
Perché in conclusione tutto gira attorno alla serenità personale e famigliare.
Si parla di denaro, è vero, ma non solo, e non ha senso avere difficoltà a “chiedere soldi” per un servizio o per un lavoro. In realtà stiamo parlando di ciò che ci permetterà di affrontare gli imprevisti con una preoccupazione in meno, di dire un sì in più ai nostri figli o a noi stessi, di pensare a domani senza troppa ansia.
Qual è il tuo rapporto con la lettura, cosa rappresenta per te? Quali sono i tuoi generi e autori preferiti?
Beh, è un amore iniziato prestissimo, trasmesso dai miei genitori e nonni. Ricordo ancora con grande piacere le serate passate a leggere insieme favole, libri, racconti. Da che ricordi ho sempre avuto un libro in mano, e da lettrice accanita ho passato varie fasi. Da ragazzina amavo Goethe e Thomas Mann, per esempio, poi ho passato la fase degli scrittori sudamericani (Marquez e Allende su tutti) e poi quella delle narratrici italiane.
Sono tutti autori che apprezzo ancora, e resto una divoratrice di libri di ogni genere.
Resto anche fondamentalmente una romantica, e non mi vergogno di dire che amo il lieto fine e le grandi saghe familiari, mentre fuggo davanti un horror, per timore che mi monopolizzi i sogni.
Insomma, leggo molto, per formazione, per piacere, per svago e per arricchimento culturale.
Ditemi un po’: se siete artigiane o loro clienti, le parole di Letizia vi hanno aiutato a rivedere le vostre opinioni?
Ecco i suoi contatti, per approfondire la sua conoscenza:
Ultima modifica il 28/11/2019
Francesca says
Conosco Letizia e ho acquistato diverse due creazioni… Lei lo sa, ammiro moltissimo la sua tenacia, la sua creatività, il suo modo di vendere mai invasivo e soprattutto mi piace il fatto che produca qualcosa rispettando dei valori in cui crede fermamente. Grazie per questa splendida intervista, siete due “mostri” sacri per me!
Chiara says
Caspita Francesca, grazie di cuore a te per le tue parole! 🙂 Sono d’accordo, ammiro in lei proprio le qualità che hai nominato: c’è poco da fare, quando ci si crede per prime traspare!
Letizia says
Grazie di avermi ospitata nel tuo blog, è davvero un piacere ed è stato molto bello chiacchierare con te di argomenti che mi stanno molto a cuore!
Chiara says
Grazie di cuore a te per le tue parole, che sono certa saranno utili a molti di coloro che leggeranno! 🙂 Anche per me è stato davvero piacevole chiacchierare virtualmente con te!