Buongiorno a tutti!
Oggi arrivo con un articolo a sorpresa. Di recente mi sta capitando di ricevere alcune richieste di percorsi individuali, in regalo o per sé.
Ho pensato che avevo voglia di tornare a parlarne, in questo caso indirettamente, attraverso uno dei libri che potrebbe capitarci di leggere.
Quello dei percorsi individuali continua ad essere un approccio a cui tengo tantissimo e che a volte, di recente, ho messo per ragioni di tempo in secondo piano rispetto ai percorsi di gruppo (tra pochissimo ci sarà una novità).
Percorrere insieme a qualcuno un tratto del cammino da lettore o lettrice, in serenità, intimità ed in un luogo protetto in cui scambiarsi pezzi di storie, a partire da quelle che leggiamo, scoprire nuovi scrittori e libri di qualità adatti a sé e al momento che si sta attraversando. Leggersi dentro, tornare a coltivare un tempo lento che è quello dell’interiorità, grazie ai libri a lento rilascio che vi recensisco anche qui.
A lento rilascio: ciò che leggiamo lavora dentro di noi.
Nel mio percorso A zonzo per il bosco leggiamo anche letteratura per giovani adulti, a cui appartiene il romanzo di cui vi parlo oggi.
L’amore dura un giorno
“Nei miei ricordi sembra risplendere. Se chiudo gli occhi rivedo come ci apparve allora, con la pelle che sembrava illuminata da dentro come se avesse passato ore ad assorbire i raggi del sole solo per restituirli al mondo a lento rilascio. Ache la sua voce era dorata: bassa e intima, non petulante e stizzosa come le nostre.”
(tratto da Un attimo perfetto, di Meg Rosoff, traduzione di Claudia Manzolelli, Rizzoli, 2020, pag. 34)
Ho letto questo romanzo grazie a Leggere per leggere di Rachele Bindi ed Hamelin.
I tempi infiniti delle estati in infanzia sono sostituiti in adolescenza da una consapevolezza degli inizi e dei giri di boa, quelli che ne decreteranno la fine.
I giorni, prima lenti, annoiati, di riposo diventano binari: zero o uno, tutto o nulla.
Disperazione o stordimento (con gioia).
La fatica delle interpretazioni, dei “Chissà se”, a sostituire il divertimento.
L’arrivo dei fratelli Godden getta lo scompiglio in un’estate che doveva essere come ogni altra, come se il loro arrivo decretasse la fine dell’infanzia, l’inizio di un tempo più oscuro.
Kit e Hugo rendono l’estate un caos per i quattro fratelli, tra i tredici e i diciotto anni. Gli adulti, i genitori e una cugina di trent’anni con il compagno storico, non ne saranno immuni.
La gioia dell’annuncio di un matrimonio da preparare, quello della cugina Hope con Mal, il godersi la casa di sempre nelle sieste del dopo pranzo, le lunghe sere d’estate passate in giardino con del buon cibo e del buon vino che dà alla testa, in cui le chiacchiere divertite non si fermano mai: niente e nessuno sarà più come prima.
Kit è il desiderio che non può saziarsi, abile nel sottrarsi e nel dare con strategia ed insuperabile fascino a chiunque, uomo o donna, si innamori di lui.
Tanto Kit è bellissimo e vincitore nel gioco della seduzione, quanto Hugo è schivo ed impenetrabile.
Un’estate che, con lo sfondo del teatro e dell’Amleto che Mal sta preparando, sarà una trappola, un imbroglio, un’allucinazione collettiva e condivisa ed una ragnatela in cui molti finiranno prede dell’illusione di un attimo perfetto ordita da Kit.
E sarà così anche per il nostro – o la nostra, chissà – protagonista di cui non sappiamo sesso né età e che ci trasporta nei suoi occhi che osservano, nel suo corpo che trema e nelle sue certezze che cedono, in fondo senza remore.
“E comunque, ogni estate ha bisogno di un tema e suppongo che Amore e Matrimonio fosse appena un filo meglio di Morte e Disperazione.”
(citazione tratta da Un attimo perfetto, pag. 50)
La scrittura di Meg Rosoff è perfetta nel mostrare la bellezza al suo culmine.
Quella di un’estate, della bellissima sorella Mattie, di una stagione, di un’età, di un modo di vedere il mondo su cui fino ad un attimo prima non c’erano nubi ma nemmeno così tante possibilità.
L’adolescenza nella paura da cui è intrisa e che ci siamo forse dimenticati da adulti (e i romanzi servono anche a questo, a ricordare) ritrova il suo senso di prime volte vissute non con stupore e meraviglia, ma con una morsa che serra il cuore e un desiderio inappagabile che lascia storditi.
Da adolescenti si è soprattutto corpo, oltre che mente che ipotizza, e questo Meg Rosoff ce lo ricorda molto bene.
Un’illusione, un buco nero con l’obiettivo di far danzare per il proprio piacere chi lo circonda e inizia a caderci dentro.
Questa è l’essenza stessa di Kit e di quell’innamoramento che sfugge tra le dita di chi cade nella trappola.
Una promessa infranta
La bellezza contiene in sé una promessa di felicità.
Ce l’hai o non ce l’hai: è un mondo crudele e lo scopri fin dall’adolescenza.
Pura fortuna che ti ha baciato o no: questo ci dice la voce narrante.
E allo stesso tempo, in realtà, quella stessa promessa di felicità è effimera.
La giovinezza, vissuta dall’interno, non può contenere quella felicità che le attribuiamo da adulti.
Meg Rosoff ci restituisce la precarietà della pace, il fuggire delle certezze, il sentirsi su una pedana che oscilla e minaccia in ogni momento di scalzarci.
La mancanza di consapevolezze che darà l’esperienza è ciò che la rende così intensa da godere.
Zero o uno: è tutto in quell’attimo, disperazione o gioia.
La scrittrice dipinge l’amore come quel qualcosa che abbiamo dimenticato: il vedere rispecchiato negli occhi dell’altro o dell’altra quella versione di noi, quella desiderabile, di cui siamo convinti che qualcuno si accorgerà.
L’adolescenza è un attimo di cui non possiamo per definizione essere consapevoli mentre lo viviamo e che non potrà mai tornare identico.
C’è il senso di una fine con la possibilità di morte o di rinascita che porta, senza la nostalgia, che non è possibile nel momento in cui il ricordo è carne, sudore che sa di salsedine e mani fresche ad alleviare l’attesa di crescere.
Perché leggere “Un attimo perfetto”
- Può fare per voi in questo momento se amate i romanzi che, con pochi tocchi, vi portano in uno spazio-tempo ristretto e contenuto, che sia un’estate o una giornata. Avete voglia di un’atmosfera in cui si intrecciano sguardi e relazioni, volete scappare dalla monotonia di eventi certi. Non sentite il bisogno di descrizioni approfondite, preferite in questo momento essere nelle condizioni di partire da suggestioni e immaginare.
- L’idea che la voce narrante appartenga a qualcuno di cui non sappiamo molto, se non ciò che apprendiamo di sfuggita dagli altri personaggi, non vi infastidisce. Vi sembrerà che stiano parlando proprio a voi, e vi sta bene.
- Apprezzate la libertà, l’indefinitezza, sentite il bisogno di sfuggire dai contorni a penna indelebile.
- Volete una storia con il potere di evocare quello struggimento vitale, quella voglia di percorrere una delle possibilità davanti a noi senza riflettere sul dolore che potrebbe portare.
- Per provare a riafferrare il tempo dell’estate, in cui tutto può ancora accadere. Per ricordare le piccole tradizioni che segnavano le nostre estati, come il torneo di tennis e la Grande Traversata.
- Da far leggere ai giovani adulti che conoscete: per far conoscere un libro che parli di loro, a loro. Una storia che li punga.