Buongiorno e buon lunedì a tutti!
Oggi proseguiamo con le Interviste per ampliare gli orizzonti.
Le emozioni sono ineliminabili dalla nostra vita (e per fortuna, aggiungo): quello che possiamo fare è averne consapevolezza, conoscerle e usarle come risorsa, invece di combatterle o farcene sopraffare.
Per questo ho chiesto a Mary Gioffré di aiutarci in questo proposito, raccontandoci qualcosa in più del suo bellissimo lavoro, da cui sono rimasta colpita e affascinata.
Mary si occupa infatti di coaching e intelligenza emotiva, ovvero la capacità di essere intelligenti con le emozioni.
Per approfondire, potete andare sul suo sito, sbirciare la sua pagina Facebook e quella Instagram: Anime in viaggio, o scriverle un’email a info@marygioffre.it .
Mary, ci racconti qualcosa in più del concetto di “Intelligenza emotiva”?
L’intelligenza emotiva fa riferimento alla nostra capacità di integrare il pensiero razionale, cioè quello che pensiamo, con le emozioni.
Se pensiamo che per prendere delle decisioni ottimali occorra basarsi solo sulla razionalità stiamo commettendo un errore! Le emozioni, infatti, sono necessarie e fondamentali, perché ci portano dei messaggi. Ignorarle significa rinunciare a delle informazioni importanti. Un po’ come quando si accende una spia sul cruscotto della macchina. Prestiamo attenzione e verifichiamo cosa succede, vero? Allo stesso modo funzionano le emozioni. Ci comunicano un messaggio e ci segnalano situazioni a cui prestare attenzione.
Gli studi di Six Seconds (maggiori informazioni qui e qui), il più importante network internazionale di intelligenza emotiva, hanno evidenziato come l’intelligenza emotiva impatti per quasi il 55% sulla performance di una persona. Inoltre, si è visto come l’intelligenza emotiva abbia un impatto positivo anche sulla capacità di prendere decisioni ottimali, sull’efficacia relazionale, sul nostro benessere e sulla qualità di vita.
L’intelligenza emotiva non è una capacità da acquisire, ce l’abbiamo già. Occorre solo imparare a conoscerla ed allenarla, proprio come si fa con i muscoli. Six Seconds ha sviluppato un modello circolare composto da tre aree per portare l’intelligenza emotiva in azione nella nostra vita quotidiana. Queste aree sono: Self-awareness, quindi essere consapevoli di ciò che si sente e di ciò che si fa ; Self-management, ovvero agire con intenzionalità; Self-Direction, cioé agire con uno scopo.
Puoi farci un esempio?
Davanti a decisioni importanti, possiamo provare diverse emozioni.Queste agiscono da messaggeri, ci stanno chiedendo di porre l’attenzione a qualcosa in quel momento.
Il primo passo è riuscire a identificare le emozioni e dare loro un nome, sviluppare la cosiddetta alfabetizzazione emozionale. Cosa provo? Paura, disagio, mi sento spaventata? Questo dà già padronanza della situazione. Più diventiamo bravi/e a riconoscere le emozioni, più riusciremo a cogliere e interpretare i messaggi che queste ci portano.
Occorre ricordare, inoltre, che non esistono emozioni positive ed emozioni negative. Le emozioni sono solo…emozioni. Vanno tutte bene, anche quelle più intense.
Quante volte, invece, cerchiamo di respingerle o negarle? Immaginate di schiacciare un pallone sott’acqua. E’ difficile e, una volta lasciata la presa, questo emergerà con ancora più forza. Lo stesso accade con le emozioni. Quando cerchiamo di soffocarle, queste ritorneranno con ancora più intensità. Le emozioni sono per definizione passeggere. Quando ci fingiamo distaccati, per paura di lasciarci travolgere dalle emozioni, ignoriamo quello che accade al di fuori del problema.
Quello che dici è molto bello, è come se togliesse il giudizio dalle emozioni e le rendessi qualcosa che va accettato.
Sì, ci possono essere emozioni con cui siamo a nostro agio e ci provocano piacere e altre che invece provocano disagio, ma non esistono emozioni buone e cattive.
All’estremo opposto, potremmo ritrovarci totalmente in balia delle emozioni, senza essere consapevoli del fatto che queste possono guidarci in modi inaspettati.
L’idea non è di controllare o soffocare le emozioni, ma imparare a navigarle. Proprio come una barca in mezzo al mare, l’idea è di sfruttare l’energia delle emozioni (la cui etimologia rimanda a : e-movere, portare fuori) e trasformarla in modo funzionale per noi per muoverci in modo utile. Significa accogliere le emozioni, ascoltarle in modo attivo, chiedendoci qual è la loro intenzione positiva. Navigare le emozioni ci permette di vedere le opzioni che abbiamo a disposizione per andare verso il cambiamento positivo.
Cosa può aiutarci, concretamente, quando sentiamo di stare rimandando una decisione importante?
Tutti noi seguiamo degli schemi di reazione e inseriamo il pilota automatico per gestire delle situazioni frequenti. Questo ci consente di essere più efficienti. Davanti a una situazione percepita come “pericolosa”, ecco che il cervello si attiva per proteggerci.
Un esempio potrebbe essere: quando devo fare i conti, procrastino e faccio altro.
Oppure, quando sono frustrata, mi ritiro in me stessa.
Da un pensiero nasce un’emozione e da questa un comportamento. Non è mai la situazione in sè a scatenare le emozioni, ma quello che ci stiamo dicendo a proposito di quella situazione, il nostro dialogo interno, il film mentale che proiettiamo nella nostra mente. E’ funzionale chiederci: quali pensieri ed emozioni stanno guidando le mie azioni?
Magari devo prendere una decisione e mi dico che la situazione è buona, cattiva, eccitante, spiacevole, etc. E’ quello che penso veramente o è il pilota automatico a parlare?
A volte, probabilmente, rimandiamo una decisione perché abbiamo paura di prendere quella sbagliata. Penso a quello che mi raccontano i miei clienti sul senso di ansia e paura, per cui si sono rivolti a me, che li prende al pensiero di fare una scelta che li porti a perdere dei soldi.
Ogni scelta ha dei pro e dei contro. Prenderci qualche secondo di pausa e farci delle domande funzionali, ci aiuta a valutare se stiamo andando nella direzione giusta o meno.
Quali sono gli effetti di non affrontare questo problema? Quali potrebbero essere gli effetti sul lungo periodo? Questa (non) azione avrà un impatto anche su altre persone? In che modo le mie emozioni e reazioni stanno influenzando me e gli altri?
A volte, poi, ci troviamo in alcune situazioni in cui ci sentiamo bloccati. Alcune domande funzionali potrebbero essere:
– riesco a vedere le diverse opzioni e scelte in questo scenario? Se no, quali valutazioni, giudizi, etc sto facendo che mi impediscono di valutare le possibilità?
– Posso prevedere che cosa potrebbe succedere con o senza un intervento da parte mia? Ho il controllo di cosa accadrà o è nelle mani di qualcun altro? Mi sento incerto sulle opzioni disponibili? Di che tipo di aiuto avrei bisogno? Chi può fornirmelo?
– Cosa mi farebbe sentire sicuro e tranquillo? Quali azioni potrei fare per muovermi in questa direzione?
In un tuo articolo parlavi di come a volte prendiamo delle decisioni che ci conducono a degli esiti poco felici.
Ecco, in questo caso, l’intelligenza emotiva ci viene in aiuto per trasformare questa situazione a nostro vantaggio. Ciò che è fatto è fatto ed è inutile auto-flagellarsi per ciò che è stato. Adesso, nel qui ed ora, cosa possiamo fare? Ogni sfida è anche una grande opportunità, se siamo in grado di andare oltre la superficie. Da un punto di vista emozionale, questo significa esercitare l’ottimismo. Quest’ultimo è una modalità di rispondere alle sfide e alle opportunità Non significa avere la sindrome di Pollyanna e fare finta che vada tutto bene, ignorando i problemi. Vuol dire essere muoversi dal problema e essere orientati verso le soluzioni, tenendo presente che qualsiasi situazione stiamo vivendo è un qui ed ora, è temporanea e riguarda un ambito specifico della nostra vita.
Quali elementi di questa situazione sono sotto il mio controllo? Non abbiamo il controllo sul risultato,ma abbiamo sempre il potere di scegliere cosa pensare, come sentirci e cosa fare.
Cos’è che non ho ancora tentato di fare per gestire questa situazione?
Infine, empatia verso noi stessi, oltre che per gli altri. Ok, ho fatto un errore e ne sto pagando le conseguenze. Cosa accadrebbe se mi concedessi il permesso di accettare queste emozioni? Di quale supporto avrei bisogno adesso e come posso offrirlo a me stessa/o?
L’intelligenza emotiva è stata inserita tra le 10 competenze da sviluppare secondo il World Economic Forum per affrontare la quarta rivoluzione industriale. In un mondo così complesso e che cambia così velocemente, allenare la propria intelligenza emotiva significa riuscire a prendere decisioni migliori!
E ora passo a farti la domanda di rito :). Qual è il tuo rapporto con la lettura, cosa rappresenta per te? Quali sono i tuoi generi e autori preferiti?
Ho riscoperto da qualche anno il piacere della lettura. Quando vivevo a Istanbul, ero talmente iperstimolata che ho letto pochissimo. Da quando sono rientrata in Italia, frequento assiduamente la biblioteca del mio paese (la mia salvezza, altrimenti sarei già in bancarotta :D). Alterno saggi sulla crescita personale, l’intelligenza emotiva e il business quando ho sete di conoscenza, a romanzi quando ho bisogno di ispirazione, riflessione e raccoglimento. Per me la lettura è un rifugio, un comfort, la possibilità di viaggiare anche quando sono ferma. Mi piace molto lo stile di Federica Bosco, di Sara Rattaro e Joyo Moyes. La scintilla però è scattata con Tiziano Terzani: i suoi libri mi hanno fatto compagnia in un periodo di cambiamento intenso e mi hanno aiutato ad allargare la mia visione del mondo.
Se Mary vi ha incuriosito, potete sbirciarla sui suoi canali, che trovate all’inizio dell’articolo!
Ultima modifica il 2/12/2019