Buongiorno!
Quali sono state le vostre storie di riferimento, crescendo?
Partiamo oggi con un viaggio che ci porterà a zonzo fino alla nostra adolescenza.
Andiamo a zonzo, questo mese, in nome del mio percorso individuale che si sta rifacendo la veste, come ho raccontato qui.
(Se vedete la pagina accessibile solo con password: non è un errore, perché sto lavorando dietro le quinte e solo dopo la fine del mese vedrete la sua nuova veste.)
Lo scopo di questo viaggio? Quello di fare un piccolo identikit delle nostre radici, di avere consapevolezza delle storie che hanno plasmato il nostro immaginario.
Può sembrare un passatempo che lascia il tempo che trova, in tempi complessi e spesso carichi di notizie difficili da mandar giù come quelli che stiamo vivendo negli ultimi anni.
E può sembrare un esercizio con un intento retorico, un “Ma guarda quanto era bello esser piccoli”.
Per me no, non il primo: perché se continuiamo a dar valore alle storie, questo porta con sé innumerevoli effetti, tra cui il continuare ad esser capaci di vedere la libertà e la sua assenza, la semplicità di un cielo azzurro e il graffio del dolore.
Non il secondo: a volte è bello ricordare e rievocare, senza porsi troppi obiettivi.
Questo significa il nostro andare a zonzo per la letteratura per ragazzi, che è anche quella che leggiamo nel mio servizio individuale: spaziamo tra infanzia, letteratura middle grade (fascia 8-12 anni) e young adult (fascia 13-18), in modo personalizzato a seconda delle cose che mi racconterete :).
E quindi, prima di scoprire la nuova veste del mio servizio per voi, faremo un viaggio insieme, con chi lo vorrà, in questo aprile, tra articoli, post sui social e dirette.
Che dite, partiamo? 🙂
Tra favole dal mondo, divulgazione ironica e storie
A trentaquattro anni inizio a sentirmi un po’ come mia nonna quando mi diceva di ricordare meglio scene vissute trent’anni prima di ciò che aveva mangiato quella mattina.
Mi sembra di ricordare meglio, ma è di certo una falsa percezione, alcune letture di bambina rispetto ad altre degli ultimi anni.
Se penso al periodo che arriva fino ai 12 anni circa, ecco tutto ciò che in ordine assolutamente sparso mi viene in mente.
Collana Brutte Scienze e Brutte Storie: una divulgazione ironica e arguta, su cui ho sghignazzato parecchio.
Favole dal mondo: qui non ricordo la collana ma solo che ne ho divorate molte e che mi attraevano perché percepivo mondi lontani che d’improvviso mi si rivelavano.
Piccoli Brividi: idem come sopra, con un articolo diverso.
Collana Gaia Junior e Le ragazzine: problemi e tematiche al femminile, drammi e relazioni, con un’apertura su ciò che ancora non conoscevo.
Gl’istrici Salani: il piacere di leggere, non saprei definirlo in altro modo. Con illustrazioni a completare il piacere.
Gianni Rodari: la libertà e la voglia di afferrare tutte le esperienze del mondo.
Quale sguardo mi hanno dato sul mondo quelle storie?
Prendo molti libri in prestito in biblioteca, ma quando sento di appartenere davvero ad una storia, o che quella storia appartiene per un suo pezzetto anche a me, molto spesso lo compro.
Mi piace essere circondata dalle mie storie, nel mio studio: la mia identità passa anche da qui, da qui il legame fortissimo con i miei libri.
Le storie con cui cresciamo plasmano, con il nostro immaginario, anche le nostre aspettative.
Se leggiamo di amicizie uniche e forti, forse ci aspetteremo di trovare anche noi quell’amico o quell’amica fedele.
L’immaginario a volte ci eleva e a volte un pochino ci frega con le aspettative, tema trattato con super ironia in Andare a scuola a Hollywood.
Lo stesso immaginario di ciò che vogliamo diventare da grandi, di ciò a cui aspiriamo, di ciò che ci aspettiamo da un amore o da un’amicizia dipende (anche) da questo, nella fase della vita in cui di tante cose non abbiamo ancora fatto esperienza. Poi le cose cambiano, ma è un’età speciale e peculiare per questo.
In Danza sulla mia tomba, come ho raccontato in quest’articolo, per il protagonista l’amicizia è una scatola di fagioli magici, sulla scia di un film visto da piccolo, con ripercussioni su ciò che farà da giovane adulto quando crederà di incontrarla, quella scatola.
Per me, non bisogna investire le storie di un dovere morale di non farci false promesse.
Ci possono però essere tanti modi di narrare un’amicizia e l’entrare in contatto con tante può aiutarci ad ampliare il nostro bagaglio di mondo.
Qui vorrei limitarci a constatare, capire, riflettere, conoscere. Ciò che ognuno poi ne farà è un segreto tutto suo, o se vorrete condividerlo con me, vi leggerò con molto piacere.
Quelle storie mi hanno fatto crescere coraggiosa e piena di fiducia verso le persone e il mio futuro.
Ma anche a tratti catastrofica sulle miriadi di cose che potevano andare storte, grazie alla visione non edulcorata che mi hanno dato.
Mi hanno reso molto curiosa e consapevole di modi di vivere, usanze e modi d’essere diversi dai miei, e a tratti un po’ impaurita da chi avrei incontrato là fuori nel mondo, e dall’idea di cosa avrei potuto fare (o meno) se non fossi piaciuta loro come sapevo di piacere alle persone che mi volevano bene.
Esercizi per casa 🙂
- Se dovessi comporre un’etichetta con le storie che hanno formato il tuo immaginario e il tuo gusto e i tuoi pensieri, saresti stata/o: 20%____30%_____10%___ecc. (puoi liberamente cambiare la composizione 😉
- Quali sono i libri con le cui storie con cui sei cresciuta/o, nel periodo che va dall’infanzia ai 12 anni?
- Riesci a ricordare un pensiero buffo legato a qualcosa di cui ti sei convinta/o grazie ad un libro, riguardo a un tema di cui ancora non avevi fatto esperienza? Può essere una cosa di cui oggi ti vergogni quasi.
Se vi va, potete condividere con me i vostri esercizi scrivendomi a info@chiarasinchetto.com, non aspetto altro che poter leggere i vostri racconti :).