[…] la lettura è una delle attività più complesse in cui possiamo impegnare la nostra mente e il nostro cuore.(Tratto da “Siamo quello che leggiamo. Crescere tra lettura e letteratura”, di Aidan Chambers, introduzione di Domenico Barrilà, a cura di Gabriela Zucchini, Equilibri, 2020, pag. 55)
Libri che mi infastidiscono
Ma a te piacciono tutti i libri che leggi?
La risposta a questa domanda è più sottile e difficile di quanto potrebbe sembrare.
Voi come giudicate un libro che vi è piaciuto?
Dalla velocità di lettura, dal fatto che non riusciate a staccarvi, dal fatto che vi emozioni e vi faccia piangere?
Sì, anche, ma a volte mi piace anche leggere libri che mi permettono di allargare lo sguardo anche verso orizzonti scomodi.
Quelli che ti lasciano addosso, dopo, un senso di scomodità e tante domande senza risposta.
Quindi: a volte leggo libri che mi infastidiscono.
Se ho voglia, so che, se scavo in quel fastidio, imparo qualcosa in più su di me.
Leggere libri difficili, insieme
Di recente è capitato, nei percorsi di lettura di gruppo che sto tenendo, che leggessimo libri difficili.
Perché al loro interno trovavamo personaggi che ci davano l’orticaria, perché il ritmo ci rendeva consapevoli di quanto corressimo nelle nostre letture online, tanto da renderci difficile goderci una prosa più ariosa e di altri tempi.
Eppure, grazie alle domande con cui chiudo i pdf inviati alle partecipanti, a quelle fatte durante l’incontro ed a quelle che si originano dal portar fuori di sé le nostre riflessioni, non sono mai state esperienze negative: tutt’altro.
Ognuna a suo modo, abbiamo allargato di un poco i confini della bolla in cui siamo naturalmente e spontaneamente immersi tutti quanti.
Leggere libri che ci danno fastidio, in alcune circostanze, può voler dire leggere libri che ti aprono la mente.
“Daddy” e “Un bene al mondo”
Leggere Daddy di Emma Cline – uno dei libri della copertina – è stata per me un’esperienza non del tutto positiva.
Non perché non sia scritto magnificamente o non perché le vicende narrate nei racconti non siano avvincenti.
Non lo è stata perché mi ha messo di fronte a situazioni difficili: di violenza, di insofferenza, molto spesso di disperazione e di un’atroce indifferenza dei personaggi gli uni verso gli altri.
Grazie alla vividezza con cui Emma Cline ci permette di entrare nei racconti come saltando su una macchina già in corsa, in cui la vita è nel suo farsi e noi la osserviamo senza che i personaggi ci facciano l’inchino e si presentino, mi sono sentita infastidita.
Se incontrassi i personaggi di Emma nella realtà, non credo io gli piacerei, non credo che loro mi piacerebbero.
Sono persone con vite e pensieri distanti da me, eppure è stato anche bello entrare per un po’ in un mondo normale ma lontanissimo.
Mi ha ricordato che non serve leggere horror o romanzi ambientati in altri mondi per sentirmi estranea alle vicende e ai personaggi.
A volte fa bene ricordarcelo.
Un bene al mondo è invece un romanzo bellissimo, ma che ci rovescia addosso una disperazione e un dolore che ci fa venir voglia di scappare lontano.
Una volta chiuso il libro, non ho potuto dire di essermelo davvero goduto: è stato come correre in discesa e sentire nella gambe che doveva finire presto, che non ce l’avrei fatta a resistere a lungo.
Eppure, ancora una volta, mi ha aiutata a ridefinire i miei confini: chi sono, com’è stata la mia infanzia, quanta forza ho messo nelle scelte o quanta non ne ho messa, a tratti.
Lontano da una bolla egoriferita
Quando ci capita di scrollare annoiati alcuni social e leggere commenti d’odio che ci danno dolore anche quando riferiti ad altri, o frasi o articoli che ci fanno stare male con noi stessi: la soluzione non è mai così semplice, quello che dirò è assolutamente semplicistico ma a volte la scelta può essere davvero staccare e aprire un bel libro.
Quando ci entri davvero, può diventare una liberazione: esci da quella paranoia egoriferita che rimanda ogni cosa a te stessa.
Leggere può servire a nutrirsi: la solitudine diventa allora un luogo positivo da rivalutare e da tornare ad abitare, come collante di tutte le esperienze fatte e che faremo con gli altri.
Cosa puoi imparare da questo?
Puoi iniziare con il rispondere a qualche domanda che propongo, di volta in volta un po’ variata, anche nei miei percorsi:
- Da quale aspetto di quale personaggio (non per forza positivo) ti sei sentita ispirata?
- Cosa non hai amato di questa storia?
- Se ci pensi, si tratta di un aspetto ricorrente che non ami di solito nelle storie?
A volte potrebbe infastidirci dover pensare, con una storia, a vite lontane dalle nostre.
Vite lontane da commenti ed articoli che attribuiamo sempre a noi, all’interno della nostra bolla.
E poi potremmo trovare frasi così:
Nel suo “Diario” si descriveva così: “Una che, interamente e dispoticamente assorbita dai suoi sentimenti, vive per così dire una vita interiore, del tutto diversa da quella esteriore e apparente.”
(tratto da “Mary Shelley”, Losche Storie di Franco Cosimo Panini, pag.2)
…e pensare che, se a volte ci identifichiamo in queste parole di Mary Shelley, siamo ancora in tempo per scrivere il nostro personale capolavoro, che magari non sarà Frankenstein, ma chissà :P.
Ti piacerebbe entrare sempre di più in questa visione di libri e film come porte d’ingresso per le tue riflessioni, con letture tematiche?
Ti lascio un regalo.
Si tratta di un pdf in cui troverai un cambio di prospettiva alla ricerca di un modo differente per scegliere il libro giusto per te. Ti porto un assaggio della visione che sperimentiamo nei miei percorsi tra letteratura e filosofia.
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