Buongiorno!
Oggi ho deciso di raccontarvi qualcosa del come e del perché sono arrivata a progettare le mie nuove consulenze.
È una storia, quella di cui vi racconterò alcuni spezzoni, che ha molto a che fare con l’unire i puntini, come in fondo tutte le storie che parlano di come siamo arrivati a fare ciò che facciamo e che volevamo fare per vie molto più traverse di quanto ci immaginassimo in passato.
Bene, una volta chiarito questo, direi che possiamo partire.
Hai presente…
…quella sensazione di non sapere dove sbattere la testa?
Bene: anch’io. Mi sono sentita a lungo così, perché sapere cosa ci piace fare non equivale a conoscere anche la forma da dare a quel qualcosa perché da hobby si trasformi in lavoro. Anche se è qualcosa che non chiamereste mai un “passatempo“: diverse forme d’arte con cui ci intratteniamo hanno infatti la caratteristica di farci sentire una vocazione totalizzante, qualcosa senza la quale non saremmo più noi.
Avere la voglia di trasformare quella passione che ci permette di trascorrere ore nel flusso senza avvertire la fatica, senza sentire il peso della nostra presenza qui e ora, in un pezzo importante della nostra vita quale è il lavoro è legittimo.
Anche se poi ci prendono molti dubbi: ma non sarà più divertente tenerlo come passatempo? Ma non è che facendolo entrare a far parte di un elemento pratico della vita come il lavoro quel qualcosa di nostro si snaturerà?
E vuoi che non sappiamo che etichetta dargli, vuoi che ci appare come una montagna enorme di cui non riusciamo nemmeno a capire il lato da cui iniziare a scalarla, vuoi che siamo divorati da quei dubbi, gli anni passano e non ci decidiamo a renderlo qualcosa di più.
Ma se siete persone ambiziose e se in più vi chiedete sempre più spesso perché dedicare tanto tempo a cose di cui non vi importa nulla con il vostro lavoro invece di iniziare a capire come rendere un lavoro ciò che amate: quello potrebbe essere il momento giusto per iniziare a pensarci.
Ciascuno ha il proprio e non ci si arriva dando la bacchetta magica ad un’altra persona, questo è certo.
Non è solo razionalità
In quest’articolo del blog del 2019 ho raccontato alcuni dei corsi che ho intrapreso per dotarmi di competenze che mi erano necessarie.
Perché è questione di competenze, di business plan e di razionalità, di piani: ma non solo.
Per me c’è stato un momento in cui il rimpianto di non fare qualcosa che volevo, il ripensare al mio percorso di studi e alle ore trascorse da sempre con le mie passioni mi stava letteralmente schiacciando.
Ricordo una New York in cui ero in quel momento in cui, complice la quantità di strade, negozi, cose da vedere, persone mi sono sentita un puntino perso come mai prima nella vita.
Avevo già avviato dentro e fuori di me, con i corsi iniziati, quel cambiamento che mi aveva fatto decidere di dedicarmi a costruire un lavoro che contenesse i libri, la filosofia, le storie.
Ma mi mancava quel tassello in più: quello che ti fa capire in modo viscerale che quello che perderai se non ci provi davvero, e per davvero non intendo iscrivendoti a qualche corso, ma decidendo dentro di te che quello è il tuo piano principale, è qualcosa di immenso e di tuo, anche se ancora in potenza.
In questo viaggio interiore sono venuti a trovarmi anche dei sogni, ma di loro non vi parlerò: tutto questo non significa nulla perché è solo una parte della mia storia, ma le storie di altri possono aiutarci a capire di non essere soli in un’esperienza o in una sensazione.
Unire i puntini
Tutte le consulenze per me più importanti sono state con una professionista arrivata ad aiutarmi a unire puntini che non vedevo.
Rachele, Alice, Francesca e Sara per me hanno rappresentato, in varie fasi della mia attività, quello sguardo esterno che supera la parzialità del nostro interiore.
Consulenze che hanno dato origine a tantissimo lavoro dietro le quinte che ho fatto: credo proprio che ci vada molta forza di volontà per applicare piani che altrimenti rimangono sulla carta.
Cambiare, modificare, evolvere: questo spetta poi a noi.
Le consulenze possono permetterci di unire i puntini: quelli li mettiamo noi e sono i nostri, ma posso dirvi che non c’è sensazione più bella, e se l’avete provata lo sapete anche voi, del sentire le cose andare al proprio posto. Poi ricominceranno a scombinarsi dal giorno dopo, perché la realtà non è fatta dell’ordine dei sogni: ma questo è normale e significa crescere di un pezzettino ogni giorno.
Da qualche anno, accanto ai percorsi che trovate sul sito, mi è capitato di farmi le ossa e di fare esperienza da editor e anche di costruire consulenze per persone che arrivavano da me con un’esigenza a cui potevo rispondere.
A questo si è unito il fatto che l’anno scorso io abbia tenuto corsi per Babelica, per Langue&Parole e per una rete di Informagiovani che mi hanno permesso di sentire che ero pronta.
Consulenza: parliamo di prodotti culturali
Se avete letto i due post di sopra già lo sapete, e anche se avete visto la diretta di qualche settimana fa: in questi mesi arriveranno sul sito i miei servizi editoriali.
Ma per prime, le mie consulenze per chi voglia l’aiuto di uno sguardo esterno per il proprio progetto legato a prodotti culturali: parliamo di libri ma parliamo anche di cinema, ad esempio.
Perché prima di buttarsi a capofitto in una futura formazione professionalizzante, per saper scegliere quella giusta per noi occorre prima fare il punto e capire qual è il nostro sguardo sui libri o sul cinema.