In famiglia il potere interno è garantito dalle disgrazie.
Le cure e le attenzioni possono essere rilasciate solo davanti alla catastrofe imminente. Per questo mi piace guardare i film in cui gli aerei cadono o sta per arrivare la fine del mondo: i freni a mano non vengono più tirati, nel male ci si può finalmente dire che ci vogliamo bene. Non è una mancanza d’amore, questo lo capirò da grande, ma una paura a lasciar passare troppo l’affetto, perché chi non è stato abituato a riceverlo fatica a gestirlo.
(tratto da “Strega comanda colore” di Chiara Tagliaferri, Mondadori, 2022, pag.38)
Buongiorno!
Oggi vi racconto un po’ di aspetti che stanno dietro al mio lavoro.
Vorrei cercare di rispondere alla domanda: perché scegliere un percorso con te? In cosa credi, in cui potrei credere anche io?
Qualcuno può darti parole che non avevi
Di fianco alla scrivania del mio studio ho appeso una lavagnetta in cui, tra altri appunti di lavoro, ho inserito delle citazioni.
Sono alcune tra quelle che ho trascritto nel corso degli anni, ovviamente una minima parte, che mi ricordano ogni volta di come nei libri ci troviamo pezzi di noi.
Questi pezzi hanno però la peculiarità di esserci portati attraverso parole che, in alcuni casi, mai avremmo saputo dire. Non così, non con questa forza ed evidenza e poesia.
Poi ci sono invece le volte in cui nei romanzi ci trovi proprio delle cose di te dette per nome e che ti colpiscono, tirandoti giù dalla sedia.
A differenza delle prime, sono quelle che non stavi cercando ma in cui ti imbatti. E ti riconosci.
In uno dei romanzi che leggeremo si legge che le parole salvano sempre.
A volte liberano da un peso che nemmeno sapevi di avere.
Altre ti danno possibilità che non sapevi esistessero.
Selezionando romanzi complessi, dalle molte sfaccettature, non piani, nei miei percorsi io ambisco anche a portare a chi li frequenta nuove parole.
Una mia cliente scrive: “Ho seguito il suo percorso sul Perturbante (individuale) e sono stata travolta da una sequenza di emozioni e di riflessioni, che mai avrei pensato di poter provare. Turbamento, inquietudine, irrequietezza, orrore, ansia, paranoia, desolazione: ogni lettura consigliata da Chiara mi ha portata in un mondo di struggenti storie e di disumani abitanti. Oltre a farmi scoprire un genere che non conoscevo, Chiara mi ha donato una categoria anche per la mia scrittura. Erano anni che tentavo di scrivere, ma senza successo perché pensavo che i racconti fossero troppo inquietanti. Grazie al Perturbante ho trovato un luogo per la mia irrequietezza e per le storie che, finalmente, posso far emergere. È stato un percorso incredibile.”
Un caleidoscopio di sguardi
La bibliografia riveste una grande importanza nei miei percorsi: mi serve ad esplorare un tema esplodendolo nelle sue mille sfaccettature.
Perché la paura, la visione del femminile e tutti i temi che scelgo hanno bisogno di una complessità e in questo mi faccio aiutare da una bibliografia che prenda quel tema e lo moltiplichi. Con sguardi, con una lingua, con luoghi e punti d’accesso diversi: solo così possiamo accostarci alla pluralità.
Solo così ne usciamo con ciò che ho in mente: una visione complessa e non pacificata, pronti a cercare domande più che risposte.
Se ti piace nutrirti di visioni più che di polemiche, i miei percorsi sono il luogo giusto.
Superare i confini di genere
La sola maniera di eludere il conforto delle convenzioni, quel sentimento di familiarità che si impone non appena ci confrontiamo coi meccanismi del cinema di genere, è moltiplicare i livelli del racconto, sfumare i confini tra reale e immaginazione, mescolare diversi registri di immagini. Ed è quello che riesce tanto bene a Olivia Wilde, alla sua seconda prova.
(tratto da Mymovies, pagina di Don’t worry darling – mia visione fresca fresca di ieri)
Il mondo è più complesso di ciò che vorrebbe chi tenta di incasellare persone, movimenti, fatti, generi.
Ci fa sentire tranquilli delimitare e mettere confini.
Peccato che molto spesso, al contatto con la realtà si disintegrino e noi ci ritroviamo con in mano macerie.
Per evitare che accada non possiamo fare nulla; possiamo però farci trovare preparati, smettendo di ignorarlo.
Leggere insieme romanzi che non corrispondano agli stretti canoni di genere, impossibili da incasellare, è salvifico.
Come racconta lo scrittore Gianluca Morozzi in questa chiacchierata con me sul tema della paura, ci si può anche divertire a cambiare genere o registro.
Che tipo di formazione è quella che puoi ottenere da me, per chi
Come ho raccontato ad Anna di Officina filosofica, al momento di scegliere il mio futuro lavorativo venivo presa dall’ansia all’idea dello studio per lo studio, a pensarmi chiusa in una stanza senza sbocchi a scrivere e studiare senza contatti con le persone.
Adoro studiare e fare collegamenti ma ho bisogno di persone per cui farlo.
Per cui, rispetto all’aula accademica, la formazione che ho in mente è per chiunque voglia avere una scossa di curiosità.
Una formazione che nutra: basta la voglia di mettersi in gioco, la promessa di rispettare l’opinione di tutti, di essere trasparenti.
Che significa anche a volte stare in silenzio invece di dire qualcosa che non si pensa, nel momento in cui faccio il giro per chiedere a chi vuole la propria opinione.
Non posso pensare che le persone si sentano come in una stanza chiusa senza stimoli.
Le storie ci danno la scossa per uscire e prenderci le cose, per vedere il nero e anche la luce.
Ho legato così i miei studi di filosofia ad una formazione da editor e ad altre formazioni, cercando di creare qualcosa di mio, in cui altre persone come me potessero trovare nutrimento.
Una predilezione per le storie perturbanti
Come dice la scrittrice Lorenza Ghinelli in questa chiacchierata con me sul tema della paura, c’è tanto di perturbante nel mondo in cui siamo immersi e forse la realtà non basta.
Lo credo anche io e voglio portare a chi parteciperò al nuovo percorso bellissime storie che ci diano angolazioni nuove per vedere il mondo.
Sapete, non dovete per forza pensare che chi arriva da me sia già un accanito frequentatore di storie perturbanti.
A volte lo è, a volte non ancora.
Spesso però si è portatori di una sensibilità che permette di coglierlo e di vederlo, quel perturbante nella realtà, senza avere gli strumenti per esplorarlo su carta, senza sapere da che parte iniziare.
Non sono così tanti, come mi diceva una volta una cliente, nella nostra sociertà, gli spazi di dibattito. Ma nemmeno quelli per sorprendere noi stessi.
Voglio darveli, entrambi.
Chi troverai con te
Nella mia esperienza finora, persone gentili.
Persone d’animo aperto, introspettive e con una miriade di cose da dire e di ricchezza da portare.
Persone che percepiscono e si fanno man mano più consapevoli del fatto che leggere storie amplia il nostro affondo sul mondo.
Significa non avere occhi e orecchi solo alla nostra verità, nella consapevolezza che invece le verità sono tante.
Persone curiose di avere spunti culturali, quelli che con un’attenzione alla qualità e studio costante cerco di portare a chi partecipa.
Proprio quando siamo preoccupati, magari non solo per la nostra specifica situazione ma per ciò che vediamo intorno e che non è confortante: proprio allora è il momento di aprire un romanzo.
Certo, non tutti cercano le storie. Ma immagina un rifugio portatile.
Ci sono sere in cui mi ha davvero salvato, avere un libro a cui tornare.
E ti dirò che sono ben lontana dalla retorica del libro che salva.
Ti piacerebbe entrare sempre di più in questa visione di libri e film come porte d’ingresso per le tue riflessioni, con letture tematiche?
Ti lascio un regalo.
Si tratta di un pdf in cui troverai un cambio di prospettiva alla ricerca di un modo differente per scegliere il libro giusto per te. Ti porto un assaggio della visione che sperimentiamo nei miei percorsi tra letteratura e filosofia.
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