Buongiorno a tutti!
Il fattore tempo, nella nostra vita, è di certo importante.
Oggi voglio parlarvi di quella che potremmo definire “pazienza del tempo“: la resilienza.
Non mi piace quando dei concetti che sono antichi quanto il mondo diventano di moda e non si parla di altro che di quello: la resilienza è uno di questi, ultimamente se ne sente parlare applicato un po’ ad ogni campo. Ciò non toglie che sia comunque un concetto fondamentale che voglio esaminare insieme a voi.
Siete pronti? E allora iniziamo!
Quando bisogna saper aspettare: l’importanza della resilienza
Tanto per tirare un po’ in campo l’Ing. e la sua precisione: la resilienza è un termine che trova la sua origine nella metallurgia e indica la capacità del materiale di resistere agli urti senza spezzarsi.
Possiamo facilmente immaginare insieme cosa implichi traslato nella scienza della mente, la psicologia: la resilienza è la capacità di resistere agli urti della nostra vita senza spezzarci a nostra volta, ma rialzandoci, se anche cadiamo, reagendo con tenacia e ottimismo, tenendo sempre bene in mente i nostri obiettivi.
Il contrario della resilienza sono il pessimismo e l’impazienza: quando al minimo volgere degli eventi ci abbattiamo e non lo accettiamo, ci lamentiamo delle avversità e reagiamo con impazienza, volendo tutto e subito e senza essere costretti a lottare.
Bisogna resistere alla tentazione di comportarsi con l’istinto del gregge facendo ciò che fanno tutti, sgominare i comportamenti imitativi riconoscendoli. Non bisogna essere impazienti e bisogna controllare le proprie emozioni: paura, rabbia, ansia.
Cosa succede se non si mette in atto questa strategia (non a caso parlo di strategia e non di tattica, poiché é di lungo termine)?
Si abbandona il campo a un passo dal vedere i risultati che si volevano tanto e si perde tutto ciò che si era ottenuto fino a quel momento.
Pensiamo ad un esempio comune: mi alleno per una maratona ma qualche mese prima mi faccio male (non seriamente) per cui dovrei stare ferma una settimana e so già che, quando riprenderò, dovrò impegnarmi per ritornare allo stato della settimana precedente e mettere in campo, appunto, tutta la mia resilienza per non farmi abbattere da questo imprevisto che mi ha fatto perdere smalto e tempo prezioso, lottando con ottimismo. Bene: se mollo perché mi faccio abbattere da questa difficoltà, perdo tutto l’allenamento fatto fino a quel momento e di sicuro alla maratona non ci parteciperò.
La resilienza si forgia rimanendo saldi in mezzo alle difficoltà perché si hanno ben chiari i propri obiettivi di lungo termine.
Suggerimento di lettura: “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel Garcìa Márquez, perché se non è stato paziente Florentino Ariza ad aspettare Fermina Daza per 51 anni, 9 mesi e 4 giorni, allora non so cosa sia la resilienza ;). Si scherza, naturalmente!
Ultima modifica il 18/10/2019