Buongiorno a tutti!
In un percorso individuale per lanciarsi iniziato a novembre mi è capitato di parlare con la partecipante di quali fossero le tematiche che cercava nelle storie.
È emersa una consapevolezza che era andata formandosi in me grazie anche al confronto con le partecipanti al Perturbante: spesso i temi che ci danno fastidio e ci toccano, ci spaventano e ci attraggono sono gli stessi.
Noi e gli altri, noi e l’altro
Da quando ho iniziato i miei studi in filosofia mi sono accorta di quanto mi interessasse e spaventasse allo stesso tempo indagare il rapporto tra la singolarità di un individuo ed il gruppo in cui si identificava, a cui sceglieva di appartenere per paura o per necessità.
Quando leggo un libro o guardo un film, ma anche quando osservo le dinamiche tra le persone, – e mi interrogo su quelle che instauro io per prima – vado in cerca di risposte, di esempi, di casi specifici o più universali e di tutte le differenti possibilità a cui dà luogo l’incontro tra noi e gli altri.
Anche nei suoi aspetti più deviati, come nel caso di sette ed affini.
Ed è per questo che l’ho scelto come uno degli argomenti di cui parlerò nel prossimo Piccoli atti di disobbedienza, i miei webinar dedicati a sfuggire la banalità e a creare uno spazio per il superfluo ma vitale, che questa volta non avrà al centro la paura ma la filosofia.
Dire “la filosofia” significa dire tutto e niente, e quindi inizio a dirvi che uno dei campi d’indagine che prenderò in considerazione, con alcune teorie scelte – arbitrariamente da me, vista la mole che immaginerete – di filosofi che esporrò, unita a consigli di lettura e di visione, sarà proprio il rapporto tra il singolo ed il gruppo, tra il singolo e la folla.
Uno spazio piccolo e limitato nel tempo ma non superficiale, approfondito proprio perché limiterò il campo a questa e ad altre tematiche: come sempre, la newsletter è il luogo in cui aprirò le danze, a breve, in tempo per un regalo di Natale da mettere sotto l’albero per voi o per qualcuno cui vogliate regalare un’esperienza da vivere a gennaio.
L’equilibrio tra il nostro spazio di singoli e l’entrare in contatto con gli altri porta con sé infinite tematiche filosofiche e non su cui interrogarci:
- il nostro abitare lo spazio della solitudine in modo gioioso e non come una condanna;
- il gruppo che ci scegliamo: secondo quali criteri, secondo quali caratteristiche? A quali bisogni risponde il nostro contatto con gli altri, con l’altro? È un cercare la differenza o la somiglianza?
- Questo porta con sé la tematica della bolla in cui viviamo immersi. Molto bello dire che dobbiamo uscirne, un po’ meno facile e veloce farlo veramente, se prendiamo sul serio il discorso. Ho chiamato il mio percorso “Forare la bolla” proprio per questo: non esistono soluzioni facili e a volte ciò che possiamo iniziare a fare è renderci conto di esserci immersi, tutt’al più forarla per far entrare aria e stimoli nuovi, un discorso un po’ più lungo e che richiede tempo l’entrare davvero in contatto con bolle che non sono le nostre.
- A quali rischi andiamo incontro quando non ragioniamo più da soli, ma diventiamo un tutt’uno con una folla spesso irrazionale che non ci lascia più spazio di pensiero autonomo e critico?
- Qual è il confine tra l’ispirazione da prendere all’esterno dagli altri e il non avere più la voglia di far la fatica di pensare con la nostra testa?
Il gruppo e la folla
Ed ecco, per iniziare, un po’ di consigli di lettura e di visione che toccano questa tematica da vari punti di vista:
- The Master di Paul Thomas Anderson: Joaquin Phoenix interpreta un soldato a cui la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato un notevole strascico di fobie, ossessioni, dipendenze. Philip Seymour Hoffman è colui che gli propone di entrare a far parte di un gruppo e di un modo di pensare che lo salverà. Un film ermetico, poetico e lento, oscuro ed affascinante.
- The Sacrament di Ti West: un thriller horror che sceglie il linguaggio del found footage per raccontare di un giornalista e di un operatore video che accompagnano un amico alla ricerca della sorella, che si è ritirata a vivere in una comunità isolata che sembra vivere in pace, all’ombra del Padre, un carismatico leader che veglia su tutti loro. Ispirato ad una vicenda buia della storia americana.
- The Outsider di Stephen King: per me, come indaga King il rapporto con il gruppo scelto in cui umanità e gentilezza e spirito critico sembrano sopravvivere e la folla pronta ad urlare, marchiare, condannare, nessuno. Terry Maitland, insegnante ed allenatore di baseball, si trova accusato di un crimine orribile, che continua a sostenere di non aver commesso. Che il soprannaturale debba metterci lo zampino e che i personaggi debbano abbandonare il proprio scetticismo, per trovare una spiegazione?
- Le ragazze di Emma Cline: cosa succede se sei un’adolescente fragile e sola e ti capita di incontrare le ragazze che avresti sempre voluto si accorgessero di te e ti facessero sentire parte di qualcosa di più grande, cosa succede se quel qualcosa è però oscuro e sbagliato e non riesci ormai più a staccarti da Russell?
Buone letture e buone visioni 🙂