Buongiorno a tutti!
Nel nuovo percorso in arrivo ci saranno anche delle distopie – insieme a romanzi realistici.
Per questo, nell’articolo di oggi ho pensato di dare due consigli a chi di solito si tiene un po’ lontano da tutto quanto non sia 100% realismo, o pensa che i romanzi distopici siano sempre e soltanto crudi e paurosi.
Questi consigli vanno a pescare in due libri che mi hanno colpito tanto, per motivazioni diverse.
È stato difficile schivare quelli del nuovo percorso e di altri ancora che ho in serbo, così come i miei grandi amori letterari, ma ce l’ho fatta.
C’è una piccola eccezione: il secondo romanzo è tra i facoltativi del percorso Il nostro cuore segreto.
E allora partiamo: prima di tutto, una piccola premessa.
La potenza della distopia e dell’horror nel parlare di noi e del nostro mondo
[…] L’Adilà avrebbe potuto rappresentare la sconfitta irreversibile del cinema realistico, che mai potrà avere la stessa potenza nel ritrarre senza reticenze o timidezze la nostra condizione esistenziale.
(tratto da quest’articolo)
Per me, l’horror, la distopia e altri reami del fantastico rappresentano questo: un accrescimento di senso.
Liberarsi dal realismo significa
- la libertà di accostare immagini e colori inediti o antinaturalistici
- avere la possibilità di richiamare e risvegliare la nostra parte più istintuale
- di conseguenza, c’è una parte di soggettività molto marcata nelle nostre letture e visioni di questo tipo: dobbiamo rifuggire dall’interpretazione netta e dal poter dire che è così, questa è la risposta
- poter parlare di grandi tabù: la morte, la follia, l’emarginazione…
- e poter così fare un gran respiro di sollievo, con la catarsi che spesso si origina dall’aver guardato in faccia le cose più paurose per noi, anche in quanto taciute.
Prima di tutto, per me, questi generi significano libertà.
Oltre al nuovo percorso di gruppo in arrivo tra poco, a luglio arriverà una novità che mira a restituirvi tutto il senso e la valenza dell’horror. Sarà un’occasione più snella e veloce dei percorsi, anche per chi vuole avere un assaggio senza un grande investimento di tempo, per togliersi uno sfizio e una curiosità.
Un’altra premessa, prima di passare ai consigli: i confini di genere – come capita quasi sempre nei romanzi che amo di più – sono estremamente sfumati, in questi due romanzi.
“Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro
È uno di quei rari libri che agiscono sul lettore come lenti d’ingrandimento: facendogli percepire in modo dolorosamente intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.
(tratto dalla quarta di copertina)
Ve lo devo dire: Non lasciarmi vi strazierà.
E, nonostante questo, sarà stata un’esperienza di lettura indimenticabile.
Io l’ho letto più volte, nonostante sapessi già cosa mi aspettava.
Tre ragazzi crescono insieme in un collegio nella campagna inglese, Hailsham. Dico “crescono” non a caso: non ci sono rientri a casa per le vacanze, né visite dei genitori.
La loro origine, come il loro futuro, sono avvolti nel mistero.
Io non posso dirvi molto, per evitare di rovinarvi la lettura.
Posso però assicurarvi che sarà un’esperienza fortissima e intima, intensa e struggente: qui dentro ci sono tutte le cose per cui vale la pena vivere. Amore, amicizia, prime esperienze, il tutto avvolto da una cornice distopica che, mano a mano che procediamo nella lettura, ci farà tremare e sperare di non stare vedendo giusto.
Perché proveremo per i protagonisti un affetto intenso, una vicinanza nei loro momenti importanti e segreti.
Il sesso viene raccontato in modo freddo e distaccato, facendoci forse presagire qualcosa.
La finitezza messa in scena ci farà percepire ogni nostra giornata sotto una luce molto diversa. Un senso di ineluttabilità, un destino già scritto a cui vorremo ribellarci con i personaggi dona all’amore e ai legami instaurati una limpidezza dolorosa.
“Come vivo ora” di Meg Rosoff
Se non siete mai stati in guerra e vi state chiedendo quanto ci vuole per abituarsi a perdere tutto ciò che pensate di amare o di cui siete convinti di avere bisogno, posso dirvi che la risposta è Non ci vuole niente.
(tratto dalla descrizione del libro sul sito dell’editore)
Una storia raccontata da una protagonista adolescente: Daisy ha quindici anni e si ritrova catapultata da un giorno all’altro da New York alla campagna inglese (i due libri hanno un’ambientazione verde e rigogliosa in comune).
Ospite di una zia (l’unica adulta, che poco dopo dovrà partire) e dei cugini in una casa che ci immaginiamo impolverata, piena di mobili caldi e vissuti, ben presto si ritroverà, senza le regole dei grandi, a mettere da parte i problemi da cui fugge per vivere un primo, intenso amore per il cugino.
Al contrario di quanto succede in Non lasciarmi, qui l’amore e le prime esperienze con il sesso della giovane protagonista possiedono una carnalità tanto più vivida quanto più è messa a repentaglio da eventi esterni, enormi e anche qui ineluttabili, che travolgono il mondo conosciuto fino a quel momento.
In una cornice in parte distopica arriverà infatti una guerra che spazzerà via tutto, lasciando Daisy e la cuginetta separate dagli altri a cercare di sopravvivere.
Cosa succede quando il mondo che conoscevi viene soppiantato dalla guerra, dalla fame e da pensieri del tutto nuovi?
La profonda vitalità, con i suoi alti e bassi di umore e di domande, di un’adolescente fino ad allora abituata a pensare solo a sé stessa dona al mondo trasfigurato dalla guerra uno sguardo profondo, capace di portarci senza sconti nell’abisso e di farci risalire insieme a lei nella scoperta di sentimenti di amore, desiderio e affetto ancora nuovi e vividissimi.
Bonus track: se mi seguite su Instagram, me ne avrete già sentito parlare, e in alcuni casi, come vi avete scritto, l’avrete anche già vista.
La serie tv Into the dark, disponibile su Rai Play e prodotta dal re dell’horror Jason Blum, è secondo me un buon modo per avvicinarsi ad horror e dintorni con film che parlano davvero di noi: tra festività e tematiche profondamente attuali, potete scegliere di iniziare dalla trama che più vi ispira. Essendo una serie antologica, infatti, i vari film non hanno una sequenza in cui essere visti, anche se vi consiglio di iniziare dalla prima stagione, a mio parere quella qualitativamente migliore.
Tra ultimi capodanni e adolescenti agorafobiche, tra feste del papà particolari e strani pupazzi, ce n’è per tutti i gusti.
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