Buongiorno a tutti!
Questa settimana ho concluso un viaggio che mi ha lasciato gioiosa ed appagata.
Sto parlando di due incontri che ho tenuto per i bibliotecari dello SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Torinese) con l’organizzazione di Culturalpe per parlare di promozione della lettura per gli adolescenti.
Quando con il nostro lavoro tocchiamo il nostro stesso cuore
Parlo di gioia e parlo di appagamento perché tenere questi incontri mi ha portato ad entrare in contatto ravvicinato e continuativo, grazie al mio lavoro, con il mio stesso cuore segreto.
Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono […]. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rilevazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate.
(tratto da “Il corpo (Stand by me)”, traduzione di Bruno Amato, contenuto in “Stagioni diverse”, di Stephen King, Sperling Paperback, 1989, XVI edizione, pag.339)
Tutti noi abbiamo cose che ci emoziona fare, luoghi che ci ricordano la felicità dell’infanzia, missioni e propositi che portiamo avanti più o meno in silenzio.
Le biblioteche sono per me uno dei luoghi in cui ho scoperto me stessa, ciò che amavo e ciò che volevo.
Lo racconto spesso con il sorriso: mio papà ha iniziato a portarmici da piccola e io lì dentro passavo il tempo ad incuriosirmi tra gli scaffali e a prendere in prestito tantissimi libri, che riportavo il sabato successivo in cerca di nuovi e via così.
Alle biblioteche è dedicata una categoria del mio blog e, ora che è possibile farlo, riprenderanno al più presto le interviste per raccontarle qui.
Se penso ad una sensazione – lungi da chi pensa che leggere sia un’attività esclusivamente intellettuale, è invece anche fisica – è quella originata dal libro come contenitore fisico: all’odore della carta, che rievocava novità o polvere, alle differenti consistenze, ai colori che andavano dal bianco al giallino consumato, ai diversi font che trovavo all’interno.
Tutto era una scoperta e ogni libro mi si rivelava con una propria identità. Il viaggio iniziava dalla scelta, dal tendersi verso uno scaffale attratta da una copertina, leggerci dentro qua e là, fino ad accumularli sulla scrivania del bibliotecario o della bibliotecaria per il prestito, vedere le annotazioni su carta, tornare a casa con i libri tenuti stretti al cuore.
“Non voglio annoiarti Polito, lo giuro”
Iniziare o continuare a far leggere in un’età che è una stagione contraddistinta da mutamenti che sono biologici e portano con sé preoccupazioni e tristezze, ma anche lo stare in bilico tra il differenziarsi e l’amalgamarsi, come dice Aidan Chambers che rivendica un genere speciale per parlarne, la Youth Fiction.
Non è una passeggiata e per parlarne siamo partiti insieme da coordinate e strumenti, per poi passare a voci d’autore e filoni rilevanti.
La citazione che dà il titolo al paragrafo è tratta da Lettori si cresce di Giusi Marchetta ed è la prospettiva da cui siamo partiti e ci siamo interrogati.
Non possiamo prescindere dalla consapevolezza di essere adulti, di essere lettori forti, di essere nati e cresciuti in un mondo diverso, come è per ogni singola generazione.
E così, ci siamo confrontati a partire da queste premesse e abbiamo anche ascoltato le indicazioni di chi per i ragazzi scrive e lo fa con la consapevolezza di una letteratura che non può più, come è stata a lungo, essere considerata di serie B.
Innumerevoli voci, titoli e considerazioni hanno trovato spazio nei nostri incontri.
Far amare la lettura agli adolescenti passa dal coinvolgerli, dal trovare il libro giusto che punga e che, soprattutto, faccia provare il piacere di una storia da cui non ci si vuole staccare.
Abbiamo parlato di libri e di autori anche a volte controversi, di distopie e di graphic novel, di amore e di potere, di etichette e di scaffali.
Sono state due mattinate che mi hanno lasciato immensamente più ricca e per me è stato un onore e hanno significato fare un occhiolino divertito e sorridente alla me bambina: “Non mi sono dimenticata di ciò che amavi, continuo a portarlo nel mondo“.
Se volete potete:
– leggere quest’intervista a Sara Bauducco e Marta Audisio sul leggere romanzi a scuola;
– scoprire il mio percorso individuale A zonzo per il bosco, in versione leggera e meno impegnativa o estesa e approfondita. Anche da adulti possiamo iniziare, o continuare, a leggere libri per ragazzi – e quando inizierete non potrete più farne a meno.