I libri sono il modo in cui comunichiamo con i morti, il modo da cui impariamo lezioni da coloro che ci hanno preceduto. Io penso che abbiamo delle responsabilità verso il futuro. Tutti noi – come lettori, come scrittori, come cittadini – abbiamo degli obblighi. Ho pensato di elencarne alcuni qui.
[…] Abbiamo un obbligo noi scrittori, e soprattutto noi scrittori per bambini. L’obbligo di scrivere cose vere, particolarmente quando creiamo storie di persone che non esistono in luoghi immaginari: per far capire che la verità non è ciò che accade ma ciò che ci dice qualcosa su ciò che siamo. Dopotutto, la narrativa è una bugia per raccontare la verità. E mentre dobbiamo dire ai nostri lettori cose vere, e dare loro armi e armature, e trasmettere quel poco di saggezza che abbiamo guadagnato nella nostra breve esistenza, abbiamo l’obbligo di non fare la predicare o la ramanzina, di non spingere giù a forza nella gola dei nostri lettori bocconi premasticati di moralità, come fanno gli uccelli quando danno le larve ai loro piccoli.
Buongiorno a tutti!
Di recente mi è capitato di leggere due storie nerissime – di cui la seconda è in gran parte mitigata dalla chiave ironica con cui è raccontata, ma il centro della storia resta nero.
Per questo oggi vorrei parlare con voi, prima di arrivare ai due consigli di lettura, dei motivi per leggere anche storie oscure.
Storie che tendano la mano, nei momenti giusti
Si è giovani una volta sola, dicono, ma non dura tantissimo? Più anni di quanti non se ne possano sopportare.
(citazione tratta da “An Experiment in Love, di Hilary Mantel, 1995, A.M. Heath & Co Ltd., contenuta in “Sette minuti dopo la mezzanotte”, Patrick Ness, Siobhan Dowd, illustrato da Jim Kay, 2015 Mondadori, pag.9)
Qual è il senso di leggere storie dolorose, oscure, nere, quando c’è già tanta sofferenza nel mondo?
Sempre lo stesso concetto di cui vi ho parlato spesso, con la risposta che trovate ne La biblioteca delle emozioni: il senso può essere allenarci, senza patire alcun danno, a situazioni ed eventi che fanno parte della vita.
È che tutti noi abbiamo oscurità, contraddizioni, paure, fobie e non indagarle con il romanzo giusto mi sembra sempre un’occasione sprecata.
Questo senza promuovere uno sguardo utilitaristico sulla letteratura, tutt’altro: leggendo, torniamo ad immaginare altri mondi possibili e, così, potrebbe capitarci di chiederci come sta qualcuno a cui è capitato qualcosa che per fortuna non ci è toccato.
Usciamo dal nostro angolino, ed espandiamo lo sguardo.
Questo diventa altrettanto importante quando si è più piccoli, meno inclini a chiedere aiuto e un libro letto al momento giusto può salvare.
Le storie possono darci materiale per confrontare la nostra storia personale con quelle degli altri: che nasciamo in un paesino sperduto o in una metropoli, in una cultura di un tipo piuttosto che di un altro, quanto può essere importante riuscire a formarsi la propria personale e particolare educazione, che attraverso i romanzi che leggiamo ci aiuti a capire chi vogliamo essere, se ciò che ci capita sia o meno normale o comune e così via?
Le storie ci forniscono modelli di coraggio, o al contrario possono farci intuire quando è arrivata l’ora di chiedere aiuto perché non possiamo più farcela da soli o non possiamo e vogliamo più resistere e basta, sopravvivere senza più ambire ad uno stato migliore e nulla di più.
Con la considerazione che arrivare alla lettura prima che capiti qualcosa di brutto, può donare gli strumenti per risalire dal buco nero in cui certe vicende, come quella narrata in Senza una buona ragione, possono precipitare un adolescente.
Senza una buona ragione di Benedetta Bonfiglioli
Nella prima parte, questa storia toglie davvero il fiato.
Credo fosse da molto che non trovavo una storia così, in cui mi sono sentita ricacciare nel buco nero che un po’ tutti, in forme ed intensità diverse, proviamo quando cresciamo e ancora non possediamo una corazza.
Bianca viene presa di mira da una compagna di classe: quelle che all’inizio sono cattiverie di poco conto si trasformano in un crescendo di violenze psicologiche e fisiche a cui assistiamo inermi ed impotenti.
La narrazione è intervallata con le parole dell’aguzzina e scopriamo un vuoto che si tenta di colmare con la sottrazione dalla vita della protagonista, un pezzo per volta, di tutto ciò che dava luce al suo mondo.
E questa luce ad un certo punto torna, in un luogo che sento vicino al cuore e che lenirà le ferite di Bianca e anche le nostre.
Una storia raccontata senza facili moralismi, con tutta la pienezza che merita nel suo abisso e nella sua risalita.
Un romanzo da leggere e da far leggere ai ragazzi. Non aspettatevi di non sentirvi pugnalati, anche da adulti, da tanto male perpretrato senza una buona ragione.
“Mary Shelley”, collana Losche storie
Visto che alcune mie clienti mi hanno raccontato, con mia immensa gioia, di aver condiviso con i propri figli alcuni libri del nostro percorso insieme, non posso che dirvi che anche questo libro potete leggerlo insieme e ve lo dico, vi divertirete tanto quanto, se non di più di loro.
E com’è possibile, vista la storia di Mary Shelley che non è certo tra le più divertenti, per tutte le sciagure che ha incontrato, per la travagliata storia d’amore con Percy Shelley, per gli innumerevoli lutti e sensi di colpa che ha dovuto affrontare, per il tradimento del padre e per l’oscurità che ha riversato nel suo romanzo più celebre, Frankenstein?
Lo è grazie a questa bellissima collana, le Losche storie, che intervalla la narrazione principale con l’ironia pungentissima dei commenti a margine (un esempio nella foto qui sopra).
Cito dal sito dell’editore:
“Losche Storie” è una collana di biografie di personaggi affascinanti, raccontate attraverso gli aspetti più oscuri e controversi della loro vita.
Bellissime immagini dal sapore noir accompagnano la lettura del testo e sono realizzate da un illustratore diverso per ogni titolo.
Al testo narrativo, scritto da Paola Cantatore, si affiancano interventi scritti “a mano” da Alessandro Vicenzi, che corregge il testo, aggiunge commenti ironici e irriverenti.
Questa “voce losca” utilizza un linguaggio vicino ai ragazzi e li coinvolge con riferimenti alla contemporaneità, prendendo in giro il modo tradizionale di raccontare le biografie.
La qualità dei contenuti e dei testi, la meraviglia delle illustrazioni, l’accuratezza divulgativa con cui vengono trattati gli approfondimenti sulla cultura, sulla scienza e sulla medicina dell’epoca ne fanno un prodotto editoriale di grande qualità e una storia avvincente e divertente da leggere.
Nel nuovo percorso di gruppo che lancerò la prossima settimana ci sarà il giusto bilanciamento tra storie più oscure e altre più luminose.
Se non vuoi perdere l’occasione di
- uscire dalla bolla con consapevolezza, senza demonizzazioni;
- mettere confini, lontano dall’iperconnessione;
- ritrovare attenzione, nel silenzio
- ultimo indizio uscito: riprendere i tuoi spazi, con presenza
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