Buongiorno e buon lunedì a tutti!
Dal titolo del post, immagino avrete pensato che oggi iniziamo con un carico da novanta, vero?
In realtà, io penso che il carico da novanta ce lo portiamo già tutti, chi più chi meno, sulle spalle (parlo di lavoro, ché altri tipi di sofferenze esulano dalle mie competenze).
Quello che vorrei fare oggi è cercare di alleggerirvelo almeno di qualche grammo, che già sarebbe tanto, raccontandovi cosa faccio io a riguardo.
Di cosa parliamo quando parliamo di inadeguatezza
Se cerco inadeguatezza, trovo: “Insufficienza o sproporzione rispetto agli scopi, alle esigenze, ai compiti ecc.”.
L’inadeguatezza sembrerebbe quindi quella (brutta) sensazione di quando sentiamo di non avere i mezzi, o di non avere i mezzi sufficienti, per fare il nostro lavoro in modo soddisfacente.
Ma soddisfacente per chi? Per noi o per i nostri clienti?
Quando sei agli inizi non hai ancora molte testimonianze e reazioni da parte dei clienti, quindi puoi dirti con santa pace che quello che cerchi è di capire se siano soddisfatti o meno.
Poi, però, le prime testimonianze arrivano, e sono anche positive: certo, rimane il fatto di continuare a voler migliorare, ma come lo chiamate quel tarlo che vi rode e che vi fa pensare di non fare mai abbastanza bene?
Può avere diversi nomi, forme e dimensioni: può essere una sensazione di leggero fastidio che non riuscite bene a identificare, oppure può assumere forme e proporzioni dei demoni che, in alcuni romanzi dell’orrore, si siedono sul petto delle loro vittime mentre dormono, dando loro una sensazione di oppressione e soffocamento (ecco, se siete arrivati a questi livelli forse è il caso di fare qualcosa, eh?).
I rimedi possibili
Il problema principale è dato dalla soggettività della cosa, che si intreccia subdolamente con traumi, pensieri e carattere di ognuno di noi: questo fa sì che si crei qualcosa di unico e per cui i rimedi sono altrettanto unici e soggettivi.
Tuttavia, è altrettanto vero che siamo esseri umani e già solo per questo qualcosa in comune ce l’abbiamo di default, giusto?
Ha forse una qualche valenza, così, la condivisione di quello che serve a me: lo studio attraverso la lettura di libri, le consulenze richieste a professionisti, la formazione fatta bene, la lettura delle opionioni altrui da fonti scelte.
Se mi leggete da un po’, sapete già quanto la lettura sia, per me, la risorsa democratica che dà una risposta pressoché a tutto: l’anno scorso in questo periodo, in occasione del Salone del libro, ho scritto quest’articolo. Vi avevo raccontato di come la lettura mi aiutasse nel mio lavoro; anche quest’anno scrivo quest’articolo nel periodo del Salone, che ho trovato ancora una volta uno degli eventi più arricchenti e che mi godo di più nel mio anno: mi piacerebbe far diventare quest’articolo una consuetudine e una tradizione, per esaminare ogni anno insieme, in questo periodo, una nuova implicazione della lettura nelle nostre vite. Quest’anno la lettura ci rende meno inadeguati ;).
Non ho paura a chiedere aiuto quando sento di averne il bisogno, per questo stanzio ogni anno un budget che mi serve per richiedere consulenze a professionisti in ambiti in cui sono carente o voglio migliorare: nessun professionista è un’isola.
A volte si può sentire il bisogno di un percorso strutturato e più lungo: perché non pensare di ricominciare a studiare, iscrivendosi ad un Master, all’Università che avreste sempre voluto frequentare o ad un corso? Non è mai troppo tardi e non c’è mai troppo poco tempo per fare qualcosa in cui credi.
Mentre scrivo, c’è sulla tab qui in alto una lista di blog che leggo regolarmente, nonché di testate online: è una selezione che ho fatto nel corso di anni e che, unita alle newsletter a cui sono iscritta, mi danno spunti e punti di vista di cui sento di non poter fare a meno.
Perché? Perchè è uno degli antidoti che conosco e che oggi consiglio anche a voi, quando vi prende quel demone lì, quello dell’inadeguatezza.
Suggerimento di lettura: “L’amica geniale” di Elena Ferrante, una saga in quattro volumi dei nostri tempi, che è diventata un fenomeno di culto e una serie tv. L’amicizia tra Elena e Lila passa anche da confronti e paragoni, da cui la prima esce spesso, ai propri occhi, eterna seconda; anche quando le riesce di guadagnare la posizione a cui aspirava, il demone dell’inadeguatezza è sempre al suo fianco.