Buongiorno a tutti!
I tempi bui (personali o della comunità sociale cui apparteniamo) permettono in alcuni casi ad un’idea pericolosa di farsi strada nella mente e nelle abitudini: ci sono cose che si possono tagliare senza conseguenze.
Per tenere il passo di una vita frenetica (ma spesso attaccata al cellulare), per alleggerire il carico mentale del da farsi, ci sono cose sacrificabili e una di queste è la lettura di narrativa.
Ma i tempi diventano bui proprio per questo, se non nutriamo ciò che costituisce un potente mezzo di riflessione sul mondo, di apertura alle differenze, di allontanamento dalla nostra peculiarità di sguardo.
Se anche voi state rinunciando a leggere romanzi perché pensate che sia qualcosa di sacrificabile, vi dico oggi, nel centenario della nascita di Gianni Rodari, che concordo con la Libreria dei ragazzi di Torino: “non sono solo favole, no, non è soltanto la filastrocca nel libro di lettura” e questo vale per grandi e piccoli.
Anche tu ricadi in uno di questi casi? Perché si smette di leggere narrativa
Ho indagato tra gruppi eterogenei di persone le motivazioni che le avevano portate a smettere di leggere romanzi.
Le più frequenti sono risultate essere:
- mancanza di tempo insieme ad una profonda demotivazione, causata dalla difficoltà di trovare il libro giusto e di vivere quindi un’esperienza di lettura appagante
- priorità, nel tempo libero, data ad altro
- il tempo prima occupato dalla lettura è ora stato sostituito da quello al cellulare
- senso di colpa per la sensazione di stare togliendo tempo a cose più importanti per sé, per il proprio lavoro e per la propria famiglia (lettura considerata un po’ come un lusso)
Vi ritrovate in uno di questi casi?
Perché invece leggere narrativa ha ricadute molto pratiche, e quali sono
La lettura di romanzi può essere considerata superflua da chi è ad esempio abituato a leggere saggi: c’è una ricaduta pratica immediata, si imparano cose nuove.
In fondo, questo rientra nel problema di scegliere di vedere il breve termine, rispetto al medio-lungo.
O anche in quello di togliere peso a ciò che costituisce la sostanza impalpabile, a lungo andare duratura, delle nostre vite e delle nostre giornate: il nostro modo di percepire il mondo, gli altri, il nostro posto nell’uno e tra gli altri.
Questa mia newsletter di agosto era stata molto apprezzata: molte persone mi avevano scritto che l’idea di un’immaginazione produttiva e fiduciosa nata dalla calma e dalla lettura le aveva ispirate e aveva loro fatto aprire gli occhi su una circostanza che spesso ignoriamo.
L’altro giorno mi sono imbattuta in questo passo di un articolo su Ibby:
sono stati numerosi gli studi che hanno sottolineato come una società attenta alla lettura e alla cultura del libro favorisca un benessere diffuso, a partire dallo sviluppo cognitivo ed emotivo del singolo, fino a incidere sul benessere e sviluppo sociale. Gli stessi studi mostrano anche la correlazione fra numero di lettori di un paese e la sua economia e sottolineano come i lettori siano maggiormente in grado, rispetto a chi non legge, di trovare soluzioni nelle situazioni di crisi, attingendo a risorse proprie, individuali, collettive e comunitarie. Una società di lettori sa mettersi in gioco e stare al gioco del vivere insieme.
Vogliamo ancora pensare che il tempo dedicato alla lettura di romanzi sia sacrificabile?
Nell’ultima newsletter che ha inviato, e a cui vi consiglio di iscrivervi per trovare concetti di intelligenza emotiva di valore e molto di più, Mary Gioffré (che avete conosciuto grazie a questa videointervista alla conclusione del Percorso per lanciarsi fatto insieme) scrive che
[…] sono rimasta sorpresa scoprendo che […] che i libri per bambini mi piacciono tanto
[…] ho abbandonato la mia abitudine di leggere solo libri per lavoro riconquistando un po’ di leggerezza
E ancora: nell’ultima newsletter di Milkbook, a cui vi consiglio di iscrivervi per leggere di letteratura per ragazzi spiegata e narrata con cuore, competenza e passione, mi ha colpito questo passaggio
Quello che mi stupisce è che [ la lettura condivisa rappresenti prima di ogni altra cosa un momento di intenso conforto e consolazione] ancora, e in maniera così viscerale, anche per Ilaria, che ormai legge i suoi fumetti da sola, ha gusti molto precisi, idee chiarissime su quello che le piace e quello che non le garba.
C’è stato un episodio recente che me lo ha confermato una volta di più. Sabato ha passato una giornata difficile […]. Dopo gli abbracci, le carezze, i miei tentativi di tranquillizzarla, lei mi ha chiesto di punto in bianco: “Leggi per me? Andiamo di là a leggere?”.
In quel contesto, in quella circostanza, a quell’ora della mattina, fuori dalla nostra routine, sinceramente non me lo aspettavo. E mi ha fatto comprendere ancora di più quanto sia saldo e radicato in lei il “bisogno” di incontrarsi nei libri. Quanto sia veramente terapeutico il nostro stare insieme tra le pagine, il confronto che ne scaturisce, il dialogo, l’ascolto della mia voce che lenisce e cura le ferite. E scaccia via il dolore. Fa andare via la tristezza. O, almeno, la allontana per un po’, o la rende più tollerabile, aiuta a farci i conti.
Anche in questi tempi grigi perché incerti e spesso tristi, io sento una fiammella di speranza che è il risultato della lettura di romanzi che nutrono la mia mente ed il mio cuore in un modo per nulla retorico e assai pratico.
Perché non si spenga, lo sento, basta che io continui a leggere libri di qualità, che parlino di amicizia, amore, speranza, di un mondo anche bello e a misura di bambini e di adulti, se sappiamo vederlo e rimboccarci le mani per crearlo.
Posso aiutarvi a imboccare la via di lettori felici, qualcosa di inestimabilmente prezioso in questi tempi in cui dobbiamo e possiamo nutrire la nostra interiorità, per non farla avvizzire.
- Che tu senta il bisogno di danzare nel buio grazie all’immaginazione che sta dietro alle storie del fantastico più belle;
- che tu voglia ritrovare la scintilla che ti rende te stesso, quella spensieratezza e quella ribellione che ti rendeva in grado di fare una pernacchia ai tuoi compiti;
- che tu sia in cerca del coraggio che viene dall’apertura mentale e dall’indipendenza di pensiero e dalle mode, che ti fa comunicare nel tuo lavoro proprio a tuo modo;
- che tu voglia dire addio alla sensazione di noia provata quando guardi il libro che hai sul comodino,
io ti aspetto con i miei percorsi, in versione leggera o estesa (trovi tutto nelle pagine che ti ho linkato qui sopra!).
Continua intanto il mio lavoro sul nuovo percorso letterario di gruppo che sto preparando: sarà una sorta di club del libro per chi crede che un mondo in cui la fantasia è bandita sia un luogo pericoloso, oltre che povero.
Riserverò una precedenza in termini di tempo (i posti saranno limitati) ed uno sconto agli iscritti della newsletter.
Se non ci siete ancora, iscrivetevi qui e divertitevi a scovare i primi indizi sul tema in quest’immagine edin quest’altra (e anche nel pattern della foto in apertura :P).
Suggerimento di lettura: “L’uomo che sussurrava ai lettori“ di Romano Montroni, per scoprire l’incredibile storia di un uomo che ha fatto un pezzo della storia delle librerie italiane (alla cui lezione ho avuto la fortuna di assistere al corso che ho seguito nel 2012 al Circolo dei lettori di cui parlo qui).