Buongiorno a tutti!
Se leggere significa avere la possibilità di entrare in altri mondi, perché precludersene alcuni?
Seguitemi 😉
Linguaggio, genere, tonalità emotiva
Mi viene in mente una metafora che ho sentito spesso quando si parla di educazione dei bambini: quella di suonare tutte le corde.
Per capire qual è il loro talento, la loro passione, ciò che piace e in cui sono bravi.
Ecco, con i libri è un po’ lo stesso: se iniziamo a pensare all’infinita varietà che abbiamo a disposizione, potremmo sentirci un po’ persi.
Abbiamo voglia di accendere l’immaginazione e andare incontro ad un linguaggio espressivo diverso con un albo illustrato?
Vogliamo un genere come il fantasy che faccia scomparire questo mondo per ritrovarci in un altro in cui vigono leggi fisiche, consuetudini e relazioni diverse dal nostro?
Abbiamo bisogno di una leggerezza che ci tiri un po’ su?
Nella scelta del prossimo libro da leggere io partirei sempre da qui, piuttosto che dall’ultima uscita o dal libro più chiacchierato – anche se nulla vieta che ci facciamo spingere proprio dall’ispirazione e dalla curiosità per un libro che vediamo in giro e ci attrae.
Leggere per contrasto emotivo
In particolare, con il tempo, l’osservazione di me stessa e lo studio mi sono accorta di una cosa.
Ci sono volte in cui leggo per assonanza emotiva e altre per contrasto.
Mi spiego meglio: se sono triste, o angosciata, o preoccupata può capitarmi di scegliere un libro che contrasti con il mio sentire e mi porti leggerezza e positività.
Conoscendo i miei gusti mi butterò allora sulla letteratura per ragazzi o su un romanzo non di genere, di solito con storie di riscatto o di formazione, che mi permettono di seguire l’eroina o l’eroe in un percorso di fallimento, comprensione e rinascita, ritrovando anche un po’ della mia speranza.
Storie che ci fanno empatizzare con le vicende di un personaggio e attraversare la stessa parabola, vivendo le sue sensazioni e sentimenti.
Quel personaggio sarà per noi reale e, per quanto diversi, saremo entrati per un po’ nel suo mondo.
Leggere per assonanza
Oppure potrei scegliere di assecondare la mia cupezza, standoci dentro perché, come dice la mia amica e facilitatrice di intelligenza emotiva Mary Gioffré, sento che lì c’è qualcosa per me.
Potrebbe anche esserci dell’altro: da buona amante di horror, thriller e compagnia bella, non smetto mai di interrogarmi e di cercare materiale per capire perché abbiano a volte la funzione di alleviare le mie ansie. È così: nei momenti un po’ neri, mi capita di pensare che assecondare sia meglio che soffocare: più un’emozione forte cerchi di scacciarla e più riemerge con nuovo vigore, secondo la filosofia della teoria idraulica delle emozioni.
È così che mi sono imbattuta in un saggio che avevo in libreria da un po’ di tempo e che mi aspettava: “Psicologia di un’emozione. Thriller e noir nell’età dell’ansia” di Massimo Locatelli e che, facendo riferimento all’universo filmico ma con un ragionamento che secondo me possiamo estendere ai libri, mi ha confermato che
[…] il sentimento di paura si riferisce a minacce certe, ma si apre a un range di sempre maggiore indeterminazione, che sfocia nell’ansia quando la minaccia non è distinguibile o oggettivabile, e si riferisce a situazioni, incertezze percettive e cognitive, insicurezze e in generale all’incapacità di predizione del futuro.
[…] Se un testo audiovisivo è allora una palestra per il mind-reading e per il monitoraggio della propria emotività, possiamo finalmente concludere confermando quanto ipotizzato sin dal primo capitolo, e cioè che le crime story ci offrono un frame adatto a confrontarci con le nostre ansie e le nostre paure, e per mappare le operazioni culturalmente legittimate per elaborarle.
(tratto da “Psicologia di un’emozione. Thriller e noir nell’età dell’ansia” di Massimo Locatelli, Vita e Pensiero – Ricerche, Milano, 2017, pag. 43-44)
La forma che è anche sostanza
Il modo in cui è raccontata una storia è un altro elemento da tenere in considerazione.
Se cerchiamo una temperatura emotiva elevata potremo rivolgerci ad epoche e narratori che hanno fatto di questa caratteristica un marchio di fabbrica – penso ad esempio agli amori passionali lunghi una vita narrati da Gabriel García Márquez e che si contrappongono ad un filone di narrazione contemporanea in cui i sentimenti vengono trattati come materia meno incandescente.
Come ho raccontato qui, due esseri anfibi che si innamorano di una donna infelice non fanno la stessa storia.
Io ultimamente l’ho risolta così: parlando del reparto audiovisivo, come ho raccontato su #ticonsigliounfilm su Instagram, sono passata da Wonder a Thelma nel giro di qualche sera :P.
È per quello che vi ho esposto nell’articolo di oggi che in un periodo come questo in cui siamo tutti sottoposti a stanchezza mentale, siamo malinconici e a volte tristi o disperati a seconda delle nostre specifiche situazioni, potrebbe non essere così male provare a toccare nuove corde :).
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