Buongiorno a tutti!
Oggi ho deciso di parlare di rispondere ad una domanda che mi è stata posta spesso:
“Ma tu, come fai a leggere così tanti libri?”
Così, in quest’articolo ho deciso di raccontarvi come faccio.
La premessa è che il mio modo di leggere non è frutto di premeditazione, ma di puro piacere mischiato ad un’abitudine che si è formata nel corso degli anni.
Questo ha fatto sì che mi sia messa a pensare alle componenti che formano il mio personale modo di leggere.
Ho deciso di unirci altri due spinosi argomenti :P: la domanda sul come fare a leggere più libri e il tema dello Tsundoku, ovvero l’abitudine di accumulare libri senza leggerli.
Se siete pronti partiamo: prima di tutto, ho io una domanda per voi ;).
Perché vuoi leggere di più?
Dopo aver letto un po’ di articoli online, ho trovato conferma di una cosa: spesso l’argomento è affrontato dal punto di vista di un’ansia di performance che non potrebbe essere più distante dal mio approccio.
Come leggere più libri; come leggere più velocemente; come leggere più libri contemporaneamente: vi sembrerò forse antipatica, ma mi chiedo il perché.
È ok se parliamo di saggi, di informazioni da immagazzinare (ricordo certi libroni del periodo dell’università…) e di tempistiche; ma se stiamo parlando di riappropriarci del piacere di leggere un bel romanzo scoprendo cose di noi, del mondo e degli altri, punterei prima piuttosto a leggere con più calma e in maniera più profonda.
Il che vuol dire arrivare al punto in cui giriamo le pagine senza più accorgercene e ci dimentichiamo letteralmente della stanza – o del luogo, in generale – in cui ci troviamo.
Partirei quindi da:
- trovare il libro giusto per noi, in questo momento
- creare l’ambiente adatto all’immersione in una storia: il giusto silenzio, il giusto tempo davanti a noi
Sarà così che, rendendo la lettura un momento di incontro con noi stessi, ce ne ricorderemo come di un frangente così bello e appagante nella nostra quotidianità da volerci tornare.
E allora sì, che leggeremo più libri.
L’accumulo compulsivo di libri che finiscono sepolti da altri sempre nuovi che non smettiamo di comprare, che prende il nome di Tsundoku, rende il libro un prodotto come un altro.
Compreremo il libro, ma la promessa di felicità e conoscenza di noi che regna al suo interno non è davvero vendibile: non ci basterà possederlo per raggiungerla.
Serve tempo, voglia e volontà: ed ecco che, in caso contrario, leggere e accumulare liste su liste ci farà finire solo in un diverso tipo di Tsundoku (si può dire, in alcuni casi, di aver davvero letto quel libro?). Così, anche il non leggere e l’accumulare libri diventa soltanto una delle nuove ansie in un mondo figlio della fretta.
Non ci sono ricette magiche, come non ci sono mai quando dobbiamo prima entrare in contatto con noi stessi: non esistono scorciatoie.
Quindi: la prospettiva da cui vi parlo è della lettura che per me è diventata una priorità, perché le ho dato tempo e modo di diventarlo per circa trent’anni.
Ritrovando il piacere che vi porta la lettura, non serviranno stratagemmi.
Ed eccoci arrivati al come faccio io: vi racconto la mia esperienza personale di lettrice.
Leggo tutte le sere prima di dormire
Senza quest’abitudine acquisita con il tempo, non so proprio come farei.
Ci ritrovo alcuni degli ingredienti secondo me necessari per una buona lettura profonda di cui vi dicevo prima: il giusto silenzio e il giusto tempo davanti a me.
Oddio, su questo secondo punto potremmo aprire un capitolo: la tranquillità di leggere fino a notte fonda che ho se sto dormendo da sola non ce l’ho di certo quando ho l’Ing. accanto a me :P.
Perché se il poverino vuole dormire e io ho la luce accesa, ecco, non è il massimo.
Parlandone con clienti e amiche, mi è capitato molto spesso di sentire che la soluzione che avevano adottato comprendeva un buon e-book reader con retroilluminazione: mi spiace, ci ho provato ma non fa per me.
Lo uso per i saggi o manuali – su cui mi viene anche più semplice sottolineare – ma se posso avere la carta, per me che carta sia!
Così, c’è chi ha trovato il modo di leggere la mattina presto, nel silenzio della casa ancora addormentata.
Dipende anche, secondo me, dall’essere gufi o allodole: io, la mattina, carburo molto bene e di conseguenza è un momento per me adatto ad attività operative, che richiedono tutta la mia attenzione. Al contrario, di sera entro in uno stato sempre più rilassato e “contemplativo”.
Questo fa sì che per me la sera rimanga un ottimo momento per leggere – spesso, in questo periodo in cui tanto non si può uscire, anche dopo aver visto un film.
Leggo un libro per volta
Già!
Non riesco proprio a leggere più romanzi in contemporanea.
Parlo di lettura esclusivamente di piacere: mi capita di rileggere per lavoro un romanzo per uno dei miei percorsi, e quello fa eccezione.
Anche qui, si tratta di una chiave molto personale, ognuno deve trovare la propria: penso proprio che sia collegato al punto successivo.
Non uso tecniche di lettura veloce – ma abbandono i libri che non mi piacciono
Non vedo proprio nulla di male nell’abbandonare un libro che fatichiamo a leggere.
Il che è diverso dall’incontrare, all’interno dello stesso libro che ci piace, momenti un po’ di “stanca”.
Sapete cos’ho notato?
Che più leggo in maniera discontinua quella storia, magari perché per un po’ di sere mi addormento dopo poche pagine, più c’è il rischio che mi stanchi e mi sembri di difficile lettura.
E invece sono io che non mi sto permettendo di viverla non dico tutto d’un fiato (come mi capitava da più piccina, quando il tempo era maggiore), ma almeno in modo unitario. Il che significa ricordare chi sono i personaggi e le loro piccole caratteristiche, la tonalità emotiva e cosa sta accadendo.
Mi faccio ispirare in biblioteca
Non partecipo a sfide di lettura, non leggo tot pagine al giorno, ma personalmente “funziono” appunto grazie all’ispirazione in biblioteca.
Esco sempre con una pila di libri che fremo per leggere: anche nei periodi in cui non è possibile girare tra gli scaffali, attingo alla mia personale lista di libri che, da trama e copertina, non vedo l’ora di poter leggere (punto successivo).
Non ce la farei mai a mantenere la motivazione alta, imponendomi all’inizio dell’anno quali libri leggere.
Per me il libro giusto è un mix tra: il laboratorio filosofico adatto a me in quel momento, il genere che ho voglia di leggere, l’ispirazione e il fascino suscitato da un certo argomento che mi è magari capitato di incontrare a più riprese, fino a farmene sedurre.
È così che nascono anche molti dei miei percorsi.
Come e dove segno i libri
Questo è parte del successo del mio personale modo: segno sull’app della biblioteca, mano a mano, i libri che mi interessano in cui mi capita d’imbattermi, per non perdermi di vista quelli di cui leggo recensioni e che andrò a ripescare (uniti a quelli che cerco negli scaffali in presa diretta).
Così, evito anche lo Tsundoku: invece di comprare subito il libro, lo faccio se e quando decido di volerlo leggere.
Se proprio non resisto e non ho troppi libri in attesa, lo ordino subito (santo prestito interbibliotecario!) o lo compro in libreria.
Ecco qua: come vedete, non c’è nulla di trascendentale.
Manca però un piccolo, grande punto: nella lettura di ogni nuovo romanzo faccio un passo verso una nuova scoperta su di me, sugli altri e sul mondo.
E questo, a lungo andare, crea una bellissima dipendenza :).
Ti piacerebbe entrare sempre di più in questa visione di libri e film come porte d’ingresso per le tue riflessioni, con letture tematiche?
Ti lascio un regalo.
Si tratta di un pdf in cui troverai un cambio di prospettiva alla ricerca di un modo differente per scegliere il libro giusto per te. Ti porto un assaggio della visione che sperimentiamo nei miei percorsi tra letteratura e filosofia.
Iscriviti qui alla newsletter per riceverlo!