Buongiorno a tutti!
Con l’articolo di oggi faccio qualcosa di diverso dal solito: quella che segue è, infatti, una versione condensata della newsletter che ho inviato la settimana scorsa.
Oggi diventa un articolo per voi perché:
- ho pensato che fornisse consigli che volevo condividere anche con chi non è ancora iscritto;
- ha avuto un tasso di apertura molto alto e mi avete detto che vi è piaciuta;
- è il modo per chi non è ancora iscritto per testare se è un tipo di contenuto che può piacere.
E ora via, seguitemi!
Sono giorni strani.
Mi limiterò a dirvi questo, perché ognuno di voi che mi legge è portatore di una sua sensibilità da proteggere, perché le situazioni in cui vi trovate al momento sono troppo varie perché mi senta di dirvi parole che faticherebbero ad essere di conforto proprio a voi.
Oggi vorrei fare ciò che posso, per quanto mi compete: la letteratura può aiutarci, facendosi “magia ordinaria“, quindi resilienza (secondo la definizione di Masten).
Ho iniziato a sperimentarne la ricaduta pratica proprio nelle scorse settimane, in cui ho iniziato un Percorso sul fantastico ed un Percorso per lanciarsi con due fantastiche lettrici :).
La letteratura come resilienza: una magia ordinaria
1. Il romanzo come laboratorio emotivo
Come racconta Carola Barbero nel saggio La biblioteca delle emozioni, un romanzo è il biglietto d’ingresso gratuito in un laboratorio emotivo.
Il bello di questo laboratorio è che:
– possiamo sperimentare un’emozione che nella vita di tutti i giorni ci “chiama” prepotentemente, allenandoci per quando ci ritroveremo faccia a faccia con lei nella vita. Facciamo finta, per il nostro esempio, che quest’emozione sia la paura, con cui ci troviamo, volenti o nolenti, a stretto contatto in questi giorni: che sia dovuta al clima di sospensione ed incertezza, che sia una paura del mutamento, che sia legata agli aspetti più pratici e crudeli di questo momento, per ognuna possiamo trovare un romanzo in cui immergerci;
– possiamo farlo a costo zero: significa che possiamo andare a fondo della nostra paura, senza attivare le risorse che nella vita ci servirebbero a reagire;
– facendolo, ne usciamo purificati e sollevati, grazie alla catarsi;
– possiamo provare un piacere cognitivo: quello di fare ipotesi, di immaginare soluzioni, accompagnati dai personaggi.
Io in questi momenti mi sto esercitando con uno dei miei laboratori preferiti :):
“Il racconto di mostruosità e di terrore è come un cesto riempito alla rinfusa di fobie: quando l’autore passa accanto a voi, prendete dal cesto uno dei suoi orrori immaginari e deponete al posto di quello uno dei vostri orrori reali…almeno per un po’ di tempo.”
(tratto dalla prefazione a “A volte ritornano”, Stephen King, traduzione di Hilia Brinis, Bompiani, 2006, pag.16)
Se in questo momento vi piacerebbe una piccola incursione nel fantastico e nel mondo della paura, sentite il bisogno di una guida ma allo stesso tempo avete paura di impegnarvi in questo momento in cui avete poca capacità di concentrazione perché vi sentite preoccupati: ho pensato alla versione leggera dei miei percorsi, tra cui quello sul fantastico, proprio per voi, ve li presento tra poco!
Naturalmente, non esiste solo la paura: ci sono tanti laboratori emotivi quante sono le emozioni.
Potete chiedervi cosa avete voglia di sperimentare, adesso, tuffandovi nel romanzo adatto.
2. La selezione
Scegliendo un libro invece che un altro, esercitiamo un potere.
Lo dice Aidan Chambers nel suo bellissimo libro “Il lettore infinito”.
In questo momento, è un potere molto grande, che può aiutarci a stare meglio e a passare ore serene.
Come dice Chambers, la selezione dipende dalla disponibilità ed è influenzata da altri elementi, di cui spesso non ci accorgiamo nemmeno:
– accessibilità dei libri (un elemento che questo momento ha decisamente portato alla ribalta);
– le conversazioni su questi temi che avviamo con altri;
– la modalità di presentazione di quel libro.
Se diventiamo consapevoli di questo potere, possiamo iniziare a scegliere romanzi facendone uno strumento di crescita per noi.
3. L’intrattenimento
“Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli passsati in compagnia del libro prediletto. Tutto ciò che li riempiva agli occhi degli altri e che noi evitavamo come un ostacolo volgare a un piacere divino: […] l’ape fastidiosa o il raggio di sole che ci costrigevano ad alzare gli occhi dalla pagina o a cambiare posto, la merenda che ci avevano fatto portar dietro e che lasciavamo sul banco lì accanto senza toccarla, mentre il sole sopra di noi diminuiva d’intensità nel cielo blu […]; tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto impedirci di percepire altro che l’inopportunità, imprimeva in noi un ricordo talmente dolce […] che ancora oggi, se ci capitano tra le mani i libri di un tempo, li sfogliamo come fossero gli unici calendari conservati dei giorni passati e ci aspettiamo di vedere, riflessi sulle loro pagine, le case e gli stagni che non esistono più”.
(brano riportato dal saggio “Sulla lettura” di Poust, contenuto in Maryanne Wolf, “Proust e il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge”, Vita e pensiero, 2012, pag. 12)
Ed ecco, come da tradizione, i più bei libri scelti tra quelli che ho letto negli ultimi mesi, descritti con un solo concetto.
A marzo…
Nei libri che ho letto ho trovato una favola dark, vendetta, una bella fuga dai pregiudizi, una cupa distopia, un ricordo vivido ed amaro dell’adolescenza.
Se questa versione in forma condensata della newsletter vi è piaciuta, continuate a leggere.
Ti piacerebbe entrare sempre di più in questa visione di libri e film come porte d’ingresso per le tue riflessioni, con letture tematiche?
Ti lascio un regalo.
Si tratta di un pdf in cui troverai un cambio di prospettiva alla ricerca di un modo differente per scegliere il libro giusto per te. Ti porto un assaggio della visione che sperimentiamo nei miei percorsi tra letteratura e filosofia.
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