Buongiorno!
Oggi arrivo sul blog fresca di lettura di uno degli ultimi romanzi pubblicati da uno degli scrittori che sono capaci di ricordarmi ogni volta perché leggere sia una magia.
Parlo di Stephen King e del suo Billy Summers.
Quando si parla di King, so di non essere molto brava a mettere da parte tutto il mio amore per i suoi libri, con cui sono cresciuta. Ma non è solo questo. È che vi sfido ad entrare in un mondo in cui vi si dice che sì, esiste il Male e sì, il mondo non è sempre un posto bello in cui vivere, ma in cui a questo (e non nonostante questo) si aggiunge la convinzione che chi scrive vi passa, che non ci autorizza a non vedere più la magia che le persone possono creare, o la bellezza di una mattina gelida in cui ci svegliamo nella natura e vediamo un qualcosa che ci riempie di stupore e portiamo questo piccolo segreto prezioso con noi.
Che dite, partiamo? 🙂
Telepatia
In On Writing King parla di quanto dovrebbe stupirci qualcosa che siamo abituati a dare per scontato.
Lo scrittore e il lettore si incontrano, nella visione delle immagini create da un romanzo, con un atto che potrebbe definirsi di telepatia.
Già questo dovrebbe farci capire quanto scrivere sia simile ad un sortilegio.
La riflessione sulla scrittura attraversa tutta la produzione di King.
Da Misery a Billy Summers, da Shining a Finestra segreta, giardino segreto, da Mucchio d’ossa a It, i suoi romanzi e racconti sono pieni di scrittori.
Falliti, alcolizzati, inesperti, ossessionati, in prova, bloccati, in ostaggio.
King crea mondi e universi con temi che si intrecciano, personaggi che rispuntano, tematiche che innervano e mutano e colano da un libro all’altro.
In Billy Summers la scrittura ha un ruolo sfaccettato.
Uno scrittore?
Billy è un sicario a cui viene offerto di uccidere un uomo per una cifra stranamente alta, rispetto ai suoi soliti guadagni.
Vorrebbe che questo fosse il suo ultimo incarico, perché è stufo di uccidere, anche se sceglie di farlo solo quando dall’altra parte ci sono uomini veramente cattivi.
Qualcosa non gli torna, ma i soldi sono proprio tanti e la sua copertura è un tiro della sorte: dovrà fingere di essere uno scrittore.
La novità è infatti che Billy dovrà passare un bel po’ di tempo, nel luogo in cui avverrà l’omicidio.
Questa è solo una minuscola parte della trama, perché ciò che non sapete ancora è che Billy è stato in Iraq, dove ha imparato a sparare così bene.
E legge Émile Zola ma si finge tonto, perché è più facile trattare con i fuorilegge che lo assoldano.
E non sapete che questa è solo una piccola parte del tutto, che qui troverete parecchie storie dentro la storia e anche qualche vecchia conoscenza dei fan di King.
Non solo horror
King non scrive soltanto horror.
Una verità che, per chi già lo ama, è palese e duplice.
Quando si cimenta con il genere lo fa con una profondità che chi non è abituato a leggere horror e un po’ li disdegna attribuisce di solito a romanzi con tutt’altro cappello.
In più, non tutti i suoi libri hanno il cappello del genere. Questo, per esempio, non è nemmeno lontanamente un horror.
Eppure i pregiudizi sono duri a morire e mi fa sorridere che dopo tutti questi anni in cui King si è cimentato in molti altri generi, un romanzo così venga ancora salutato con sorpresa.
Uno dei punti d’accesso alla complessità e allo splendore dei romanzi di questo scrittore, secondo me, è questo: avreste mai pensato, se sono storie da cui vi tenete di solito alla larga, di potervi affezionare ad un sicario o di pendere dalle labbra di un’assassina che vi racconta la sua storia?
Questo romanzo può essere un avvicinamento a King per chi non crede che i suoi libri parlino anche a chi non ama l’horror.
Sono personaggi sfaccettati, che dicono la verità a sé stessi su ciò che sono e su ciò che hanno fatto.
“Sicario” o “assassina” sono contenitori vuoti che lui riempie di una storia.
Che farete tutta la fatica del mondo a metter giù.
I cattivi scrittori sono quelli che non accettano di dire la verità, dice King. Sono quelli che disegnano assassini che sono macchiette a cui non crediamo nemmeno per un momento.
Invece ai suoi personaggi sì, ed è per questo che i suoi libri ci spezzano il cuore per la nostalgia, la bellezza, il rimpianto, la tristezza, l’amore.
Tutta la sua poetica parte dal ritrarre persone normali in circostanze eccezionali e così ci fa sentire anche questa volta. Spiega come si arriva a fare certe cose, senza giustificare ma dicendo la verità. E King ci dice che anche dopo tutte le scelte sbagliate del mondo si può ancora scegliere di fare la cosa giusta, anche un’unica volta.
Se volete un libro da cui a un certo punto alzerete gli occhi e vi accorgerete con stupore di essere in una stanza che avevate dimenticato fino a quel momento, Billy Summers è il romanzo per voi.
Francesca says
Divorato in una settimana. Come sempre sei bravissima a parlare dei romanzi di King💓
Chiara says
Felice che sia stato un amore condiviso! Ma grazie di cuore, Francesca <3