Buongiorno a tutti!
Di recente mi sono resa conto di una cosa: in estate, in particolare in vacanza, nel tempo lasciato libero nella giornata da gite, uscite e altro, amo molto leggere saggistica.
In particolare, mi dedico a quella letteraria, cinematografica e filosofica.
Se durante l’anno leggo romanzi – la sera, sempre, e a volte durante alcuni spazi liberi della giornata – e saggi attinenti con i miei percorsi e con i servizi che ho in progetto di lanciare durante l’anno, in vacanza mi piace leggere saggi interessanti e romanzi da cui farmi sorprendere, senza una finalità immediata.
Andare a scuola a Hollywood
“Andare a scuola a Hollywood – High school, college e altri disastri dell’educazione sul piccolo e grande schermo” è il saggio scritto dal critico e programmatore cinematografico Massimo Benvegnù e dallo scrittore e presidente dell’Associazione svizzera degli scrittori di lingua italiana Mattia Bertoldi che mi è stato omaggiato da Las Vegas edizioni, casa editrice che apprezzo e leggo da tempo, tanto da chiedere agli editori Carlotta e Andrea se andasse loro di rispondere ad una piccola intervista per il mio blog – la trovate tra poco!
Ecco: io questo saggio l’ho davvero amato molto.
Apprezzo sempre, per mio interesse e gusto personale, la scelta di partire dal richiamo di un preciso immaginario: in questo caso l’operazione che sta dietro al saggio è ancora più particolare, perché gli autori partono dallo scollamento tra la scuola che abbiamo vissuto in prima persona e quella che abbiamo imparato a conoscere grazie al piccolo e grande schermo, quella appunto dell’high school e del college di matrice americana, attraverso cui procediamo, crescendo insieme ai personaggi, all’interno del saggio.
I capitoli sono contraddistinti da chiavi tematiche: da quelle legate ai personaggi – dalla Sacra Triade che tutti conosciamo, composta da secchioni, bellocci giocatori di football e cheerleader perfide e sulla cresta dell’onda, allo straniero che si trasferisce da un’altra scuola come Brandon e Brenda Walsh – a quelle che ci portano in ambientazioni e situazioni riconoscibili e tipiche.
Dai vampiri alla Buffy, ai professori che salgono sulla cattedra, al mito del campus che anche da trentenni continuiamo a sognare, il saggio ha il pregio di rivolgersi ad una generazione cresciuta tra gli ’80 e i ’90 come la mia e allo stesso tempo di attualizzare il tutto con tantissimi richiami a film e serie tv molto recenti, senza mai tralasciare tutto ciò che è avvenuto nel mezzo.
Vi ritroverete con una lunga lista di film e serie TV da guardare, aiutati dall’appendice con un’ingegnosa mappa delle scuole, esistenti o inventate, che vi porterà in giro per l’America e per la cinematografia che abbiamo imparato a conoscere ed amare.
Molto carina la cornice del counselor (e più non vi dico ;)).
Leggendo, emerge la conoscenza enciclopedica dei due autori sull’argomento e il divertimento con cui sono andati a spasso per i ricordi, imbrigliandoli e mettendoli su carta a nostro uso e consumo, ricostruendo un immaginario grazie al quale veniamo portati in un racconto a più voci per noi intriso di nostalgia e sorrisi in cui sembrerà di vivere davvero, ancora una volta, la scuola che avremmo voluto.
Menzione speciale per il capitolo “Scampagnate mortali“, da me molto apprezzato, con un focus sugli horror che va da Non aprite quella porta (1974) a Ma (2019), con in mezzo molti film che ho messo in lista.
E ora siete pronti per l’intervista ad Andrea e Carlotta di Las Vegas edizioni? 🙂
Via con le domande!
1. Se doveste raccontare la vostra casa editrice Las Vegas edizioni a chi ancora non vi conosce, come la descrivereste?
Las Vegas edizioni è una casa editrice di romanzi, racconti e saggi pop. Facciamo anche corsi di scrittura. L’idea è di spingere le persone che ci scelgono a esplorare i propri limiti, a levarsi di dosso la corazza e scoprire se stessi.
Libri e corsi sono scelti e progettati con questa idea.
2. Cosa c’è di Andrea e cosa c’è di Carlotta nella vostra casa editrice? Raccontateci di voi 🙂
Andrea: Las Vegas è stata una mia idea, concepita e nata nel 2007. Volevo fondare una casa editrice pop, che avvicinasse la gente ai libri invece di scoraggiarla. Di Las Vegas sono direttore editoriale, editor, scout, tutte cose molto fighe, ma che occupano la minoranza del tempo. Nel resto del tempo mi occupo delle cose pratiche: moduli, fatture, conti, spedizioni e trasporto libri.
Carlotta: mi occupo di tutta la comunicazione di Las Vegas. Dell’ufficio stampa e della gestione degli account social, del sito, della newsletter. Sono argomenti che mi appassionano molto. Così studio, sperimento e provo. Quindi Las Vegas edizioni è molto dinamica anche dal punto di vista della comunicazione.
Ho sempre voluto occuparmi di libri e di storie, ma solo facendo questo lavoro l’ho resa concreta e mi sono concentrata sulla comunicazione, soprattutto digitale.
3. Com’è cambiato il modo di fare editoria, oggi?
Qui il discorso è complesso, perché dipende rispetto a quando e dipende anche se parliamo di piccola o grande editoria. Credo che la piccola editoria mantenga una predisposizione artigianale che è stata per molto tempo comune a tutto il mondo editoriale. La passione per i piccoli come noi è (quasi) tutto, perché poi ovviamente bisogna far quadrare i conti. Di sicuro facciamo scelte che difficilmente sono vincenti sul breve periodo ma che alla lunga si spera paghino. Abbiamo una prospettiva di più ampio respiro e l’idea di costruzione di un catalogo da seguire nel tempo (e possibilmente da non mandare al macero). Tutto molto in controtendenza rispetto alle richieste del mercato, che brucia i libri in poche settimane.
4. Come scegliete le collane ed i testi che confluiscono nel vostro catalogo?
Cerchiamo storie e saggi che permettano al lettore di cambiare (almeno in parte) il proprio punto di vista. Il che in un periodo come questo non è affatto scontato. Ma a partire da questo, scegliamo poi i testi che ci appassionano sul serio, che colpiscono la nostra attenzione e continuano a girarci in testa anche dopo averli finiti. Vogliamo storie che siano riconoscibili ma anche che rimangano e non vengano dimenticate appena chiuso il libro.
5. Sul Chi siamo del vostro sito si legge: “Facciamo libri e corsi che regalano uno sguardo diverso e inatteso. Che rifiutano il cliché, il genere, il canone, i pregiudizi, la routine, le convenzioni, le mode, la noia.”
Come siete arrivati a questa definizione?
A un certo punto ci siamo resi conto che avevamo bisogno di rendere più chiara la nostra identità: negli anni (ormai sono 13!) era cambiata e ciò che avevamo raccontato prima ci stava stretto.
Così abbiamo partecipato a un progetto, Hangar Book, in cui c’era una serie di laboratori. Uno di questi puntava proprio sull’identità.
Abbiamo usato il Golden Circle di Simon Sinek e ci siamo chiesti qual è il nostro perché, come lo volevamo realizzare e cosa producevamo per raggiungere lo scopo. Ci siamo resi conto che c’era già ma dovevamo renderlo chiaro a tutti.
Questo definizione è frutto di questo lavoro.
6. Da un po’ di tempo ospitate anche corsi: ce li raccontate?
Abbiamo deciso di fare dei corsi di scrittura rivolgendoci a tutti coloro che pensavamo ‘Mi piacerebbe scrivere, ma siamo sicuri di essere in grado? Posso provarci?”
Volevamo incoraggiare chi ‘vorrebbe ma non osa’, offrendo strumenti adeguati. Fondamentale è poi il confronto con docenti e partecipanti, che spesso è la chiave che permette di sbloccarsi.
Siamo di nuovo lì: spingere le persone a esplorare limiti, superare la paura e tirare fuori la voce.
Con romanzi, sceneggiature, ma anche post.
7. Ci date uno (o più) consigli di lettura ciascuno? 🙂
Andrea: consiglio la saga che ha scritto e sta scrivendo per noi Giuse Alemanno. Finora sono usciti Come belve feroci e Mattanza, ma stiamo già lavorando sul terzo volume. Una storia di vendette, omicidi ma anche molto ironica. L’ho definito un incrocio riuscito tra Verga e Tarantino e mi chiedo che cosa si debba fare più di questo per essere riconosciuti universalmente come Scrittori con la S maiuscola.
Carlotta: Consiglio un libro Las Vegas e uno no.
Un libro che starebbe benissimo tra i nostri è Guardami di Jennifer Egan, mia autrice preferita. L’ho trovato visionario e molto attuale. Temi come l’identità, la percezione di se stessi, il modo in cui ci raccontiamo. Tieni conto che è uscito nel 2001.
Tra i nostri consiglio La vita sociale delle sagome di cartone di Fulvio Gatti. Un romanzo divertente e grottesco sul mondo dell’editoria, in cui comprendere la protagonista, Samantha, non è così difficile.
Anche questo incredibilmente sul pezzo visto cosa sta succedendo nell’editoria tra scioperi della logistica, premi, magazzini stracolmi di libri e iniziative del governo per stimolare la lettura.
* Il libro mi è stato omaggiato dalla casa editrice Las Vegas, come indicato all’interno dell’articolo. Come già sapete se mi seguite, recensisco e vi consiglio soltanto libri che ho letto e apprezzato per prima e vale anche per questo saggio, così come per il lavoro di Andrea e Carlotta, che seguo ed apprezzo da anni. Per questo, sono felice e onorata di quest’intervista e vi consiglio davvero di spulciare il loro catalogo: il lavoro fatto con amore, con passione, con lungimiranza e con ottimi risultati – leggere per credere, a me a distanza di anni è rimasto impresso Lo straordinario, letto grazie alla collaborazione con PerfectBook – andrebbe sempre premiato :).