Foto di Onstagestudio.Photo
Buongiorno a tutti!
Oggi sono lieta e onorata di ospitare sul blog l’intervista ad una libraia molto speciale: lei è Stefania Ciocca, la libraia fotografa!
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Ricordo di aver conosciuto Stefania grazie ad un’intervista che ha fatto a gennaio alla McMusa, che già seguivo (e che ho ospitato a mia volta sul blog a luglio).
Mi sono messa a leggere altri articoli sul suo blog, e ho capito presto di adorare e di condividere il suo approccio alla lettura e, in particolare, l’amore per la letteratura per ragazzi, per l’horror, per King e l’idea che la prima vada fatta scoprire anche agli adulti e la seconda anche ai ragazzi.
Di lì, il passo successivo è stato scriverle su Instagram raccontandole la mia ammirazione per il suo lavoro: abbiamo così iniziato a chiacchierare della nostra posizione un po’ impopolare.
Ci siamo raccontate a vicenda (io avevo appena messo online il mio sito e le ho chiesto un parere in anteprima) e da lì ci seguiamo e scambiamo con piacere spunti e opinioni.
Chi ha una passione condivisa apparentemente da pochi lo sa: quando trovi qualcuno che la pensa come te è una vera festa.
E niente, è tempo che la conosciate anche voi: per questo lascio la parola a Stefania, godetevi l’intervista!
Stefania, raccontaci di più di te: come sei arrivata a fare quello che fai oggi, quando hai iniziato come libraia e dicci della tua attività su Un altro blog sui libri?.
Come libraia non nasco tanto tempo fa.
In realtà è stato il mio primissimo lavoro a 18 anni appena finito il liceo: nella libreria che frequentavo cercavano un aiuto per Natale e presero me sulla fiducia perché ero sempre là!
In realtà è stato il mio primissimo lavoro a 18 anni appena finito il liceo: nella libreria che frequentavo cercavano un aiuto per Natale e presero me sulla fiducia perché ero sempre là!
Fu solo una parentesi temporanea perché ero proiettata verso l’università, scelta difficile perché il mio problema è che mi appassionano troppe cose.
Comunque ho studiato lettere a indirizzo teatrale alla Statale di Milano.
La passione per il teatro è nata dalla lettura di Scelti dalle tenebre quando avevo 17 anni: Lestat fugge con una compagnia di comici dell’arte. Non sapevo cosa fosse la commedia dell’arte, e quando trovai informazioni mi innamorai perdutamente.
All’università mi sono divertita moltissimo perché mi si è aperta la mente su tante cose: il teatro orientale e occidentale, il circo, il cinema d’animazione.
Finita l’università mi sono specializzata in fotografia di scena e ho lavorato come fotografa negli eventi, in teatro e in ambito circense e di nouveau cirque.
Dirai: ma da quello alla libraia? Che c’entra?!
Col senno di poi posso definirmi come un’appassionata di storie.
Gli spettacoli dal vivo sono un racconto: esiste una narrazione ed esiste un aspetto visuale di quella narrazione.
La fotografia è esattamente la stessa cosa: un racconto visuale operato da qualcuno che narra per immagini.
Il libro è una narrazione che si svolge nella mente.
E l’albo illustrato è quanto di più simile ci sia a cose come un cortometraggio o una pinacoteca portatile.
E l’albo illustrato è quanto di più simile ci sia a cose come un cortometraggio o una pinacoteca portatile.
Sono d’accordo e trovo sempre bellissimo quando ci si guarda indietro e si uniscono i puntini: nel mentre sembra a volte di perdersi, ma la sensazione di capire che tutto ha avuto un senso nel portarci a chi siamo oggi è bellissima! Aggiungo che la sezione del tuo blog dedicata agli albi illustrati per ogni età ed esigenza è una miniera di tesori.
Credo che tutto quello che ha nutrito la mia curiosità, unito alle esperienze più pragmatiche fatte in ambito lavorativo, oggi nutrano quella che è la mia reale vocazione: ispirare attraverso i libri.
Veicolare “i libri giusti per il bisogno del momento”.
Veicolare “i libri giusti per il bisogno del momento”.
C’è stato un periodo di sofferenza, in cui vedevo il mio curriculum andare in una direzione e i miei desideri in un’altra: io volevo lavorare in libreria, non negli eventi. Così, ho usato la fotografia per farmi avvicinare alle librerie: ho iniziato a fotografare e a raccontare la storia delle librerie indipendenti milanesi.
Il progetto è stato sostenuto da Andrea Kerbaker che lo ha messo in mostra nel 2017 alla sua Kasa dei Libri.
Il caso ha fatto il suo, e in una di quelle libreria mi sono fermata per la mia vera prima esperienza da libraia, stavolta cercata con maturità e consapevolezza.
La cosa che fa ridere è che quella esperienza era in una libreria per ragazzi ed era l’ultimo posto in cui mi sarei proposta.
Non volevo lavorare con i libri “per bambini” ma con la narrativa. Dopo un iniziale momento di crisi ho iniziato a sfogliare gli albi illustrati per conoscerli meglio (se non leggi non vendi)…e ho trovato la quadratura del cerchio di tutte le storie di cui sono fatta.
Ho capito subito il potenziale di un racconto così breve, fortemente connotato stilisticamente e con tanti spazi bianchi da riempire con la propria esperienza. Di vita ed emotiva.
Se vai a teatro, se vai a una mostra…perché non leggi anche un albo illustrato?
Per me poi è fondamentale l’aspetto creativo e ispirazionale: oggi va di moda parlare di multipotenziali, ma avere una testa come la mia non è facile. Avere il cervello che fa mille connessioni tra cose anche molto distanti, continue idee, mille passioni.
Da subito ho deciso di impostare un lavoro di servizio agli insegnanti e col tempo l’ho allargato a molti professionisti. Aver lavorato per anni con professionalità molto diverse mi mette nella condizione di conoscere le esigenze.
Da qualche mese mi sono aperta alla biblioterapia, intesa come la ricerca dello scaffale ideale formato da quei libri che, in un dato momento della vita, sono utili alla crescita personale e professionale.
La mia storia personale, la mia esperienza, il mio lavoro con i libri, il fatto che leggo tanto e la mia capacità di contaminare e pensare trasversale mi aiutano un sacco!
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Credo di aver fatto uno dei miei balletti della felicità – alla Snoopy 😛 – grazie a quest’articolo in cui parli del Perché leggere Stephen King a scuola: siamo molto allineate sul grande valore che diamo alla narrativa horror, sull’amore per King e sull’importanza di farli leggere ai ragazzi. Mi sento molto affine alla tua battaglia contro i pregiudizi su generi e forme del libro e al sottolineare la complessità di molti libri per ragazzi, che anch’io cerco di far leggere a tutti gli adulti che conosco!
Per quanto riguarda gli horror: come dici tu si tratta di una provocazione per andare oltre i generi.
L’horror oggi ha due problemi:
1) ce ne sono di scarsa qualità, motivo per cui si tende a pescare sempre nel passato
2) nella fascia di età più giovane, c’è troppo il limite dei genitori. È come se le persone temessero che i giovani virgulti si impressionino troppo e questo è indicativo di troppi limiti: non si lascia libertà di scelta, non si lasciano esercitare il gusto, la fantasia e le emozioni, si è iperprotettivi.
La lettura, per tornare al teatro, è come la catarsi. Da che mondo è mondo nessuno è diventato uno psicopatico per aver letto un assassinio.
Poi io ho una storia particolare: da piccola ho guardato un sacco di film horror insieme a mio papà. Era un momento per stare insieme, e lui si rendeva conto che potevo spaventarmi, così o ironizzava sulle scene o mi spiegava gli effetti speciali.
E poi si inventava un sacco di storie di paura, me ne ha raccontate a decine. Per me leggere horror è quella cosa lì: è una caverna fatta sotto al piumone dove mio papà mi racconta storie di fantasmi. Quando leggo un buon horror ritrovo quella sensazione lì, quella della lettura come coperta sotto cui stare bene.
E non potrei essere più d’accordo con Stefania: vi ho raccontato più volte dei libri letti con mio papà, che mi accompagnava in biblioteca, e quest’articolo e quest’altro sono davvero in linea con le parole di Stefania :).
Ecco i canali su cui potete iniziare a seguire Stefania:
Suggerimenti di lettura – edizione speciale La libraia fotografa
Perché leggere Stephen King a scuola
Albi illustrati per i giorni di pioggia: se anche voi, come me, amate l’autunno ma in certe giornate fate un po’ di fatica a ricordarne le cose belle :).
E se siete ancora scettici sul leggere horror fin da bambini e sul valore di questo genere, cliccate sui link, potreste sorprendervi! 🙂