Buongiorno a tutti!
L’idea di questo articolo, con cui vi saluto prima di qualche settimana di vacanza, nasce da un post letto e da una circostanza di cui mi sono accorta.
Ho letto la didascalia di questo post su Facebook e non ho potuto che correre a capire di più.
La paura di cui si parla in quest’articolo di Giusi Marchetta non è, come pensavo, quella legata al soprannaturale, ma piuttosto a quella di tematiche troppo adulte per i ragazzi.
Ciò che condivido pienamente è: no al timore di urtare la sensibilità dei ragazzi, di scioccarli.
Negli ultimi due anni la domanda che mi sono sentita ripetere più spesso in ambito professionale è: come si fa a far leggere i ragazzi? […] Si tratta perlopiù di rendere i libri più vivi e presenti nella loro vita, di restituire alla parola scritta un ruolo importante nell’interpretazione della realtà, di aiutare gli alunni più svogliati o in difficoltà a superare una naturale ostilità al testo.
[…]Leggiamo con piacere quello che ci interessa. Se siamo lettori possiamo scoprire il piacere di un libro quando arriviamo a metà, ma per un ragazzo che non legge e deve essere incoraggiato a cominciare l’interesse per la storia, l’argomento o i personaggi, è fondamentale.
Io ero una timidina ed introversa: nessuno, probabilmente, avrebbe mai pensato che i libri che leggevo, con storie forti, di paura e dolore, fossero i libri adatti a me. Eppure era proprio così.
Esistono libri che affrontano questi temi in modo diretto, urgente, letterario. Sono proprio questi però i libri su cui i docenti si interrogano di più: che impatto potrebbe avere un libro forte nei contenuti e nello stile sui nostri alunni? Temiamo a ragione che possa urtare la loro sensibilità. Perciò anche se potrebbe essere quello di cui hanno bisogno, il libro giusto al momento giusto, non glielo facciamo leggere.
[…] mi sono convinta che nella mia lista di romanzi da proporre non devono mancare alcuni bellissimi titoli potenzialmente inquietanti.
Ho sempre avvertito il soprannaturale come chiave per capire meglio noi ed il mondo: anche l’articolo di Giusi cita dei bellissimi horror per ragazzi (tra cui “Sette minuti dopo la mezzanotte”, di cui vi ho spesso parlato) che possono aggiungere un livello di senso e parlare di cose altrimenti indicibili (la morte di un genitore, la violenza…), con il vantaggio di farci sentire compresi e capiti anche quando il mondo non lo fa, che siamo ragazzi o adulti.
A volte abbiamo un gran bisogno di libri che facciano risuonare corde di cui avevamo bisogno di accorgerci noi stessi per primi.
Vi avevo parlato di un post, ed ecco la circostanza: in questo periodo, grazie alle Valigie delle vacanze sto lavorando con molte insegnanti e mamme in cerca di stimoli e spunti per avvicinarsi ai propri allievi e figli grazie ai romanzi.
Il consiglio è sempre quello di non limitarsi a farli leggere loro a scatola chiusa, ma di accostarcisi per prime: immergendosi in belle storie per ragazzi, ricorderemo per primi com’era, avere quell’età e la paura sempre in tasca e allo stesso tempo il coraggio di scalare montagne con semplicità.
Mi è già stato richiesto un Percorso per lanciarsi featuring A zonzo per il bosco: i bisogni, in quel caso, erano quelli di trovare libri che dessero il coraggio di lanciarsi senza timore del giudizio altrui e allo stesso tempo una bella spinta per fare una pernacchia ai doveri.
Oggi mi dico, e vi dico, che vedrei molto bene un Percorso sul fantastico featuring A zonzo per il bosco: in fondo, le nostre paure di adulti sono le stesse che avevamo da bambini, che semplicemente, in alcuni casi, si sono messe barba e baffi per camuffarsi e permetterci di mostrarle agli altri. Sono diventate paure ragionevoli (un ossimoro, lo so), socialmente accettate.
Ma quando siamo da soli, è del mostro sotto al letto e dell’improvvisa ed inspiegabile scomparsa dei nostri genitori che continuiamo ad avere paura.
Tra pelle d’oca, fantasmi e stanze 13
Esiste una casa editrice che ha fatto dell’esplorazione della paura fin da piccoli la propria missione, dichiarando sul sito che
Crediamo che la lettura aiuti a conoscere se stessi, quindi per i ragazzi è un importante strumento di crescita. Pelledoca non ha la presunzione di dare risposte, ma esplora la paura, e il modo di gestirla portando i lettori in un mondo narrato in cui hanno la possibilità
di muoversi più liberamente, proprio perché si è in uno spazio diverso dalla realtà, e di mettersi alla prova.
La paura talvolta ha l’aspetto della tensione, altre volte dell’ansia, e può perfino apparire come un disagio, ma se affrontata ha un unico compagno: il coraggio.
Timore e avventura camminano insieme ed esplorare le paure significa anche poter capire quando, in fondo, non occorre averne.
Ed è con questo consiglio che vi lascio: trovate, quest’estate, i libri che vi riportino alle paure di quando eravate bambini.
Potrebbe venirvi voglia di abbracciarle per come vi fanno sentire: alla ricerca della torcia per guardare sotto il letto o, nel dubbio, con la voglia di ritirare il piede che sporgeva, per la paura che chi dorme lì sotto lo agguanti.
Chiudo dicendovi che sarò in vacanza da sabato 8 a domenica 23 agosto; se mi scrivete a info@chiarasinchetto.com per uno dei miei percorsi, per una richiesta personalizzata, per una collaborazione o semplicemente per due chiacchiere e un saluto mi fa molto piacere, vi rispondo al mio rientro!
Chissà che non trovi ad aspettarmi una richiesta desiderosa di un featuring tra A zonzo per il bosco ed il Percorso sul fantastico :).
I libri in foto mi sono stati gentilmente prestati da Federica di Dire Fare Mole: grazie, amica!
Francesca says
Da insegnante quello di cui parli è per me un problema sul quale mi sono soffermata spesso: come riuscire a invogliare gli studenti alla lettura? Quindi ho letto con piacere il tuo post, pieno di stimoli e consigli utili come sempre. Un abbraccio, buone vacanze!
Chiara says
Che piacere Francesca, felicissima che ti sia stato utile! Un abbraccio e buone vacanze 🙂